Polemiche, veleni e accuse. I campionati italiani di ciclismo femminile di Darfo Boario Terme, in provincia di Brescia, si sono chiusi con un clamoroso attacco all’organizzazione da parte di Letizia Paternoster, uno dei nomi di spicco della Nazionale azzurra, una stella su strada, su pista e…sui social. Molto gravi le accuse alla giuria lanciate sia su Instagram sia nel corso di un’intervista a una testata popolarissima nel settore, Tuttobiciweb. In pratica, un’autovettura degli organizzatori l’avrebbe speronata in discesa, rischiando di farla cadere, con conseguenze presumibilmente molto gravi.
- Letizia Paternoster: "Tamponata da un'auto della giuria"
- L'accusa della ciclista su Instagram: "Ho rischiato la vita"
- La replica del giudice sull'auto: "Solo sfiorata, sarebbe caduta"
- Le scuse dell'autista all'arrivo, poi l'attacco sui social
Letizia Paternoster: “Tamponata da un’auto della giuria”
“Oggi è successo qualcosa di davvero incredibile”, ha raccontato Paternoster nella sua intervista. “Non mi era mai successa una situazione del genere e, mentre la vivevo, non mi sembrava vera… non ci volevo credere. Una macchina dell’organizzazione con a bordo la giuria mi ha tamponato da dietro in discesa, mi ha ‘tirato dentro’. Mi avrà fatto fare dieci metri agganciata, per fortuna sto bene. Questo incidente assurdo ha causato alla mia bici la rottura di due raggi e del cambio. Insomma, grazie a Dio non sono caduta – ha concluso Letizia – ma ho provato tanta paura e addio gara”.
L’accusa della ciclista su Instagram: “Ho rischiato la vita”
Accuse rilanciate attraverso il proprio account Instagram, con la diffusione di una storia destinata a far molto rumore. Confermata, in pratica, la versione dell’intervista, con un’aggiunta polemica in coda al messaggio: “Oggi al campionato italiano una macchina dell’organizzazione mi ha tamponato da dietro in discesa causando la rottura di un raggio e del cambio. Grazie a dio non sono caduta. Cerchiamo di portare persone competenti in corsa perché a rischio ci sono vite umane”. Messaggio che è arrivato a destinazione, tanto che gli organizzatori dei campionati italiani hanno risposto.

La replica del giudice sull’auto: “Solo sfiorata, sarebbe caduta”
Sempre attraverso Tuttobiciweb, uno dei giudici ha smentito la versione della ciclista. “Ciò che racconta non è assolutamente reale, lo fosse stato sarebbe caduta”. E ancora: “Non è assolutamente successo tutto ciò. Lungo la discesa era appena caduta Vittoria Guazzini, noi eravamo la prima macchina al seguito e come succede di solito con le cadute c’era molta confusione. Abbiamo iniziato a superare sulla destra. Subito dopo c’era un tornante e la Paternoster si è portata da sinistra a destra per allargare la curva: lei ha frenato e l’abbiamo solo sfiorata. Se le cose fossero andate diversamente lei sarebbe caduta”.
Le scuse dell’autista all’arrivo, poi l’attacco sui social
E non è tutto. “Quello che racconta non è vero, la sua macchina al seguito era proprio lì e se avesse avuto problemi meccanici avrebbe cambiato bici”, ha aggiunto il giudice di gara. “Dopo la curva Letizia ha gridato, io mi sono girato e ho visto che stava pedalando, se la ruota si fosse rotta lei si sarebbe fermata”. Infine, un altro dettaglio riferito dal membro dell’organizzazione riguarda quanto accaduto all’arrivo, quando Paternoster e l’autista della vettura si sono incrociati: “Subito dopo l’arrivo lei ha detto testuali parole all’autista: ‘Sei tu che mi hai inc****o?’. L’autista si è scusato, lei si è allontanata e credevamo che la questione si fosse chiusa lì”.