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Ancelotti, assist alla Superlega: "Bisogna cambiare, si gioca troppo e male"

Intervistato dal 'Corriere dello Sport', Carlo Ancelotti dice la prppria sui problemi del calcio attuale: "Serve ridurre il numero delle partite".

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Ancelotti, assist alla Superlega: "Bisogna cambiare, si gioca troppo e male" Fonte: Getty Images

La nomina ad allenatore del Real Madrid è stata una sorpresa per tutti, compreso il diretto interessato: nemmeno Carlo Ancelotti si aspettava di tornare alla ‘Casa Blanca’, richiamato da Florentino Perez per dare il via ad una nuova era dopo la fine del Zidane 2.0.

Nel corso dell’intervista concessa al ‘Corriere dello Sport’, il tecnico di Reggiolo ha ammesso di coltivare il sogno di rimanere a vita nella capitale spagnola, attratto dall’organizzazione e dalle ambizioni del club.

“Ho ritrovato una Liga più livellata, sono cresciute squadre come il Siviglia e la Real Sociedad, anche il Rayo sta facendo bene. L’offerta del Madrid è stata una fantastica sorpresa, anche se non avevo mai perso i contatti con il club. Dipendesse da me, resterei a vita, non esiste un posto migliore di questo per fare calcio e per vivere . Al Real è tutto così uguale e immutabile, l’unica cosa che cambia sono gli allenatori. Gli stessi fisioterapisti, gli stessi magazzinieri, gli stessi giornalisti, la stessa visione, la stessa urgenza di grandezza nonostante i danni finanziari prodotti dalla pandemia. Tra un anno, a fine dicembre 2022, sarà pronto il nuovo Bernabeu e per luglio Florentino ha intenzioni serissime” .

Nessun commento sulle dichiarazioni estive di Leonardo che accusava il Real Madrid di aver fatto indebite pressioni su Kylian Mbappé: “Qualche tempo fa avrei risposto diversamente, ma ormai sono entrato in una fase della vita in cui desidero soltanto una cosa, stare in pace con il mondo. Sono nel calcio dal ‘77” .

Perez è uno dei promotori della Superlega come veicolo di cambiamento del calcio moderno, visione che trova d’accordo Ancelotti: “Il calcio deve cambiare e deve farlo in fretta. Per prima cosa bisogna ridurre il numero delle partite, si gioca troppo e male, la qualità dello spettacolo è precipitata, i giocatori non ne possono più, alcuni rifiutano la convocazione in nazionale. Stanchezza fisica e mentale, uno sproposito di infortuni, partite che finiscono 10 a 0, è ora di dire basta” .

“Meno partite, lo ripeto, e due finestre per l’attività delle nazionali . Tempo fa ne ho parlato con Wenger. Sono sicuro che i giocatori sarebbero disposti a abbassarsi lo stipendio, se passasse la riduzione del calendario . Gli allenatori farebbero lo stesso. Oggi non siamo più in grado di lavorare e di incidere. Il calcio, così, non sta in piedi” .

Nessuna ideologia precisa alla base del credo di Ancelotti: “Se davanti ho Ronaldo studio il modo di fargli arrivare spesso la palla, non gli chiedo di sfiancarsi con i rientri. Lo stesso con Ibra. I giocatori sono di due tipi: quelli che fanno la differenza e quelli che devono correre. Deve averlo detto Conte, e se non è stato lui va bene ugualmente. Non ho mai coltivato un’ideologia. Il guardiolismo, il sarrismo. Il mio credo è l’identità di squadra” .

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