L’edizione 2025 di Wimbledon si sta mettendo in evidenza per le tante teste di serie cadute nei primi turni. Una delle eliminazioni più shoccanti è stata certamente quella del n°3 ATP Alexander Zverev, ma non tanto per la sconfitta rimediata contro Arthur Rinderknech, quanto per le preoccupanti parole rilasciate dal tedesco, che dopo il match ha parlato apertamente dei suoi problemi di salute mentale.
Un grido d’aiuto non certo isolato nel tennis e che ha suscitato parecchie reazioni, soprattutto di vicinanza da parte di molti suoi colleghi, tra i quali Carlos Alcaraz, Aryna Sabalenka e Andrey Rublev che hanno voluto mostrare la loro vicinanza a Zverev. Reazione invece differente da parte del fratello Mischa, che invece ha sminuito le parole di Sascha.
- Il grido d’aiuto di Zverev
- Alcaraz, Sabalenka e Rublev mostrano vicinanza a Zverev
- Il fratello di Zverev minimizza e lo bacchetta
Il grido d’aiuto di Zverev
Alexander Zverev sta attraversando uno dei momenti più complicati della sua carriera, un momento che però si riflette anche nella sua sfera privata, come spiegato dal tedesco in conferenza stampa dopo la sconfitta rimediata all’esordio a Wimbledon contro Arhtur Rinderknech: “Mi manca la gioia. Mi manca la gioia in tutto ciò che faccio. Non riguarda solo il tennis. Mi manca anche al di fuori. Anche quando vinco, come a Stoccarda o ad Halle, non provo quella sensazione che avevo una volta, quella felicità, quell’entusiasmo, quella motivazione a continuare”.
Alcaraz, Sabalenka e Rublev mostrano vicinanza a Zverev
Un vero e proprio grido d’aiuto quello di Zverev. Un grido d’aiuto che non ha lasciato indifferenti i suoi colleghi, che nel corso delle varie interviste a Wimbledon hanno voluto fargli sentire la loro vicinanza, come nel caso di Carlos Alcaraz, che ha ammesso di aver provato le stesse sensazioni del tedesco ma di aver trovato il modo di superarle: “Anche io mi sono sentito giù di morale in campo qualche volta, ma ora sono felice perché ho trovato il mio equilibrio e trovato la strada giusta. Non si tratta di vincere o di perdere, ma di godersi il tennis e divertirsi in campo”.
Anche Aryna Sabalenka ha voluto dire la sua, ricordando le sue esperienze e dicendosi sorpresa dalle affermazioni di Zverev, al quale ha voluto dare un consiglio: “Io ho avuto un terapista per cinque anni della mia carriera. È strano sentire queste cose da qualcuno come Alexander che è circondato dalla sua famiglia. Credo che sia molto importante parlare apertamente di tutto ciò che uno sta affrontando, specialmente se hai la tua famiglia, puoi parlare di tutto. Penso che sia molto importante parlare di quello che si passa perché se ce lo si tiene dentro, questo ti distrugge”.
All’appello non poteva certamente mancare Andrey Rublev, da tempo uno dei giocatori più aperti quando si tratta di parlare della salute mentale degli atleti, i cui problemi a suo parere non sono però per forza dovute, in questo caso, al tennis: “Si possono trovare scuse come l’esaurimento o la stanchezza mentale per aver giocato senza sosta, ma non ha nulla a che fare con il tennis. Alla fine, il tennis è solo il punto di innesco. È qualcosa dentro di te che devi affrontare. Succede a tutti, perché Sascha ama il tennis. Quelli che non amano, sono più rilassati. Quelli che amano il tennis, ne risentono. Lo capisco perfettamente, tutti abbiamo provato la stessa cosa. Non importa quanto si lotta. Non importa cosa succede nella tua vita. Non è come dire ‘oh, la mia vita è una sfortuna rispetto alla sua’. No, anche lui ha lottato, ma il fatto è che avete situazioni diverse. Questa è l’unica differenza, ma se si scava nel punto principale, è la stessa cosa”.
Il fratello di Zverev minimizza e lo bacchetta
La compassione ricevuta dai colleghi non è stata certamente la stessa riservatagli dalla famiglia, con il fratello Mischa, ex tennista e da anni nel team di Zverev, che ha bacchettato un po’ Sascha sminuendo le sue parole: “Certo che la vita è dura, ma ci sono milioni di persone che la vivono ogni giorno. Penso che sia molto più difficile per i bambini che crescono in Africa che non per un tennista a Wimbledon. Da quando ho dei figli sono diventato molto più realista e razionale. Le difficoltà ci sono sempre, ma bisogna anche saperle mettere nella giusta prospettiva”.
Mischa Zverev ha poi provato a minimizzare lo sfogo di Sascha, rivelando di aver parlato con lui e di averlo trovato bene, anche se ogni tanto l’apparenza in questi casi può ingannare: “Sta bene, ha perso ed è normale che sia triste e deluso, ma sta bene. Fa parte del gioco, non è come qualche anno fa quando si era storto la caviglia, quello sì che fu davvero terribile. Questa è la prima volta che lo sento dire cose così. Abbiamo parlato in questi giorni e mi è sembrato tranquillo, abbiamo anche scherzato su varie cose, quindi posso dire che sta bene”.