Qualcuno lo ha definito lo “sport del diavolo”: ore in campo da solo alla ricerca di una soluzione con un avversario dall’altra parte della rete che prova a distruggerti. Il tennis può essere crudele e rimanere ad alti livelli è una sfida complicata. Andrè Agassi lo aveva descritto alla perfezione nel suo “Open” e in un’epoca in cui si parla finalmente senza tabù della salute mentale nel mondo dello sport, Wimbledon sembra diventato lo scenario adatto per farlo anche se con un po’ di preoccupazione.
A squarciare il velo è stato Sascha Zverev dopo il suo ko al primo turno, ma nei giorni scorsi anche Berrettini e Tsitsipas avevano parlato delle difficoltà che un tennista deve affrontare, del peso che gli infortuni possano avere anche sull’aspetto psicologico.
La dolorosa ammissione di Zverev
Una sconfitta pesante quella subita da Sascha Zverev ma la sensazione che qualcosa non andasse nella vita e nella carriera del tennista tedesca era cominciata a filtrare già nel corso degli ultimi mesi. E ora dopo il ko con Rinderknech al primo turno di Wimbledon sembra tutto emergere anche in maniera dolorosa.
Dopo il match è arrivata anche l’ammissione del tennista tedesco: “A volte mi sento solo in campo, sto avendo dei problemi psicologici. Li sto avendo sin dagli Australian Open. Sto cercando delle strade per uscire da questa situazione ma continuo a ricaderci. Non è un problema di tennis, mi sento solo nella vita e non solo sul campo. E’ una cosa che non ho mai provato prima. Mi sento vuoto e ho perso la gioia. Vado a letto senza sentire la motivazione di svegliarmi il giorno dopo. Credo che ci siano molte persone, qualunque sia il loro lavoro, che si sono sentite in questo modo. Per un atleta di élite questo finisce per avere un riflesso anche sulle prestazioni”.
Le parole di Berrettini
Un momento complicato quello di Zverev che per certi versi ha ricordato quanto accaduto ieri a Matteo Berrettini. Nel torneo che ha visto forse il momento più alto della sua carriera, il romano è apparso quasi un turista passato di lì per caso, quasi scocciato dal fatto di dover essere in campo. Ed è stato lui stesso a rivelarlo dopo la sconfitta con il polacco: “Il tennis per me è stato molto duro nell’ultimo mese. Mi dispiace per le persone che mi hanno aiutato ad arrivare fin qui. Fisicamente stavo anche meglio del previsto, quello che è mancato è stato il mio solito atteggiamento e l’energia che mi ha sempre caratterizzato. Sono stanco di dover rincorrere sempre qualcosa. Ho bisogno di prendermi dei giorni per pensare e decidere cosa fare del futuro perché non voglio stare in campo così”.
L’ipotesi ritiro di Tsitsipas
A parlare di una clamorosa ipotesi di ritiro è stato anche il greco Tsitsipas, che ha dovuto dare forfait al primo turno di Wimbledon a causa di un problema alla schiena. E sono proprio gli infortuni a essere diventati un fardello per il tennista greco che dopo il suo match con Royer ha paventato anche l’ipotesi ritiro: “E’ la situazione più difficile nella quale mi sono trovato ma credo che ci sia un limite. Spero di avere una risposta definitiva a un certo punto, magari in un paio di mesi. Se le cose continuano così non ha sento continuare a competere”.