Ci risiamo con l’antisemitismo nel calcio italiano.
Il Piacenza, club con un trascorso in A che partecipa al campionato di serie C, si è visto infliggere una sanzione di 5mila euro. Il Giudice sportivo, Pasquale Marino, è stato molto esplicito nello spiegare il perché. “Propri sostenitori (del Piacenza, ndr) più volte durante la gara rivolgevano ad un assistente arbitrale reiterate frasi offensive e di stampo antisemita; i medesimi intonavano più volte cori offensivi verso l’istituzione calcistica” si legge nelle motivazioni addotte dall’omonimo dell’attuale tecnico del Brescia.
Lo sconcertante episodio è accaduto mercoledì, sul campo della Giana Erminio, dove gli emiliani sono stati sconfitti per 4-3 dalla formazione locale, non senza polemiche per un arbitraggio giudicato non all’altezza della situazione da parte degli ospiti.
E’ di poche settimane fa l’episodio delle figurine di Anna Frank con la maglia della Roma incollate dai tifosi della Lazio in Curva Sud allo stadio Olimpico di Roma.
Con la Nord, quella tradizionalmente riservata ai sostenitori biancocelesti, squalificata per razzismo, i tifosi più caldi si erano spostati nel settore normalmente occupato dai cugini giallorossi e avevano lasciato il loro segno in questo modo, con adesivi e volantini offensivi.
“Questa non è una curva, questo non è calcio, questo non è sport. Fuori gli antisemiti dagli stadi”, il commento di Ruth Dureghello, presidente della Comunità Ebraica di Roma.
“La Lazio ha sempre condannato ogni forma di razzismo,si resta interdetti di fronte a manifestazioni di evidentemente riguardano un gruppo ristrettissimo di persone, che non coinvolgono i tifosi che si sono sempre comportati bene e in maniera regolare – le parole all’Ansa del portavoce della Lazio, Arturo Diaconale -. Ci preoccupa che un numero minutissimo di sconsiderati può provocare danni d’immagine e materiali clamorosi a una società che sta facendo ogni massimo sforzo essere al passo coi tempi”.
E’ arrivata poi anche la reazione proprio degli Irriducibili che si sono detti “stupiti da tutto questo clamore mediatico” e convinti che “tutto debba rimanere nell’ambito del ‘nulla’, circoscritto a un contesto sportivo animato da scherno, sfottò e goliardia”.
“Esistono altri casi che secondo noi meriterebbero aperture dei tg e ampie pagine di giornali. Non ci dissociamo da ciò che non abbiamo fatto, ci meravigliamo che queste, che vengono ritenute accuse, quando vengono fatte nei nostri confronti non scandalizzano nessuno – hanno sostenuto all’Ansa -. Ci verrebbe da chiedere perché non si è sottolineata la nostra iniziativa annessa in ricordo delle vittime del terrorismo. Sono tutte mosse atte a ostacolare la crescita della nostra Lazio che si sta affermando come una delle più belle realtà di questo campionato”.
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