Dopo una carriera sensazionale (il Mondiale 1986, 4 Liegi-Bastogne-Liegi, 3 Freccia Vallone, 1 Giro delle Fiandre e 1 Giro di Lombardia), Moreno Argentin dà una mano al ciclismo in qualità di organizzatore: “Quest’anno l’Adriatica Ionica Race si correrà a settembre, anziché a giugno, per cercare di avere qualche squadra World Tour in più al via“.
Al suo carniere manca soprattutto la Classica di Primavera: “Dal punto di vista altimetrico era la ‘Monumento’ più facile, ma quella di interpretazione più difficile. Quando ero in forma mi illudevo di poter fare la differenza, ma poi pagavo; vincerla mi avrebbe regalato maggiore consapevolezza in un Grande Giro. Ho sacrificato la Parigi-Roubaix alla Liegi-Bastogne-Liegi e alla Freccia Vallone, questione di caratteristiche”.
La maggiore attenzione è però dedicata al ciclismo di adesso: “Nibali è stato uno degli ultimi interpreti ‘storici’, deve essere di esempio per i giovani; non vedo carriere lunghe a grandi livelli, difficile andare sempre forte quando cominci a 18 o 19 anni. I ragazzi devono maturare con calma, non si può rapportarsi a juniores come professionisti. La Federazione? Non comprendo appieno il tipo di lavoro intrapreso, ciò che raccoglie è il frutto della semina passata; conta il tipo di medaglie, non il loro numero. Non vedo un progetto condiviso che punti sulla passione che c’è nel nostro mondo, al ciclismo serve unità, ma gli interessi personali sono ancora superiori”.