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Che fine ha fatto Chierico, il rosso gemello di Conti

L’Inter lo lasciò e l’ala vinse lo scudetto con la Roma

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Era talmente telegenico, oltre che dotato di auto-ironia, da apparire in ben tre film sul calcio Odoacre Chierico. Lo si vede ne “l’allenatore nel pallone” e mentre gioca in doppio a tennis assieme ad Ancelotti in “Mezzo destro, mezzo sinistro” con Gigi e Andrea ma anche nella miniserie televisiva Il Grande Torino della Rai, quando insegna alcuni fondamentali calcistici al protagonista Giuseppe Fiorello che interpreta Valentino Mazzola. Quella però è fiction la realtà è che Chierico il “rosso” poteva essere un talento dell’Inter, con cui esordì in A nel 1978 contro la Lazio all’Olimpico, ma finì per diventare un idolo a Roma, sponda giallorossa.

Una carriera in salita per Chierico

Dopo un anno al Pisa lo vuole Nils Liedholm che gli cambia ruolo. Nella sua prima stagione colleziona 29 presenze segnando 2 reti. Nella stagione 1982-1983, quella del secondo scudetto, gioca 16 partite segnando 2 gol, di cui uno storico a Torino contro la Juventus e uno al Napoli. Nelle due successive stagioni gioca 32 volte e segna 2 gol. Ala funambolica, Chierico si alternava con Bruno Conti sulle due fasce: tutto oro che colava per il bomber Pruzzo che si vedeva arrivare palloni da scodellare in rete da destra e da sinistra.

Il grande rimpianto di Chierico

Nella sua avventura alla Roma una sola macchia. La maledetta finale di Coppa Campioni col Liverpool nell’84. «L’unica volta che ho visto Liedholm in difficoltà è stato durante la fase dei calci di rigore nella gara con il Liverpool. Ci ripenso spesso. Ogni volta che vedo dei calci di rigore, anche perché io ero il quinto e non ho mai potuto tirare. Vincendo quella coppa sarebbe cambiata la storia della Roma».

Si gioca anche in dodici con Chierico

Laureato in veterinaria, ha avuto sempre la Roma nel cuore e a “Retesport rivelò: “Io ero il dodicesimo ma sapevo che dovevo fare dei sacrifici tanto quanto i miei compagni anche quando sapevo di non poter partire da titolare. C’era rispetto da parte degli allenatori nei confronti dei giocatori più anziani. Se sei il dodicesimo ti devi allenare più degli altri e devi abituarti a fare rinunce e sacrifici nella vita privata”.

La nuova vita di Chierico

Lasciata la Roma andò all’Udinese per 3 anni, poi Cesena, Ascoli, Barletta, Gubbio prima di chiudere e passare al calcio a 5, insieme all’amico Sebastiano Nela nel Marino. Da allenatore tra i dilettanti, iniziò nell’Astrea, in Serie D, per poi trasferirsi nel Guidonia (sempre in Serie D). Successivamente andò ad allenare in Eccellenza Laziale, sulla panchina del Pomezia. Passato alla guida del Potenza, dopo due sconfitte consecutive in campionato viene esonerato. Divenne allenatore delle giovanili della Roma ma decise di lasciare perché c’era il figlio nella Primavera. Al Romanista disse: «Una scelta che rifarei altre cento volte perché i ragazzi devono crescere con serenità. L’ho fatto per mio figlio, per Alberto De Rossi e per il bene della Roma»

La tragedia familiare di Chierico

Nel 2014 la sua ex moglie si è risposata con Paolo Cirino Pomicino ma la vera tragedia familiare risale all’estate del 2011 quando la suocera morì annegata nella piscina di un hotel dalle parti di via Valleranello nella periferia sud. Al Processo Chierico testimoniò: «Ci sarò stato una miriade di volte, col proprietario eravamo amici. Non ho mai visto dei veri e propri bagnini. C’erano degli addetti che si occupavano un po’ di tutto. La piscina non era molto profonda, al massimo un metro e settanta, ma mia suocera era più bassa. Anche quel giorno non c’era un bagnino. Se ci fosse stata una qualsiasi persona oggi sarebbe ancora viva».

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