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Che fine ha fatto Cristiano Zanetti, polmone Inter e Juve

Il centrocampista aveva un solo difetto: segnava pochissimo

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Che fine ha fatto Cristiano Zanetti, polmone Inter e Juve Fonte: Ansa

“Mi chiedevano sempre: ma quante ammonizioni prendi?! Ma quanti pochi gol fai?!  Erano queste le domande che mi facevano più spesso. Tuttavia ho avuto una carriera molto fortunata, io stesso mi ritengo baciato dalla Dea bendata”. A Fantagazzetta così si raccontava Cristiano Zanetti, ex centrocampista tutto polmoni che in carriera ha giocato e vinto con Roma (lo scudetto), Inter (titolo a tavolino quando già non era più nerazzurro ma al sito di Di Marzio lo rivendica ancora dicendo: “non è mai facile vincere nulla, per questo motivo anche quel titolo mantiene un grande valore”) e Juventus. E’ con l’Inter però che si fa apprezzare di più, tra il 1998 e il 2006, collezionando 146 presenze e (solo) 3 reti tra tutte le competizioni con i nerazzurri, contribuendo alla conquista di 1 Scudetto, 2 Coppe Italia e 1 Supercoppa Italiana. “Il 5 maggio 2002, resta il rimpianto dei rimpianti. Fa malissimo anche a distanza di anni. Fu una partita strana. Il pre-gara fu normale, come sempre, nessuna sensazione particolare. Eppure in campo fu difficile per svariati motivi, anzi: fu la gara più difficile della mia vita”.

IL 5 MAGGIO – A Calcionapoli 24 rivela particolari di quella sconfitta incredibile e indimenticabile: “Non piangeva solo Ronaldo, piangevamo un po’ tutti quel giorno. Fu un’annata strana quella. Avevamo Vieri e Ronaldo in attacco, si infortunarono e li sostituirono con Ventola e Kallon. I due giovani fecero benissimo, poi tornarono i due ‘mostri’ e fecero sfracelli. Meritavamo lo scudetto, ma sapevamo che andare a giocare all’Olimpico contro la Lazio non sarebbe stato facile. Ed ecco la frittata”. Con l’Inter finì nel 2006: “Il problema che ebbi a Milano è che andai in scadenza di contratto, mi aspettavo che la società mi desse fiducia, ma mi proposero il rinnovo quando ormai era troppo tardi. Decisi di seguire di nuovo Fabio Capello alla Juventus. Il tempo di farmi firmare e scoppiò il caso-Calciopoli”.

MAI DIRE RINO – Titolare in B una volta in A parte da riserva ma presto si conquista una maglia da titolare nel centrocampo bianconero. A causa della distrazione muscolare alla coscia destra rimediata in un’amichevole estiva nella stagione 2008-2009 debutta solo il 10 dicembre ma un ennesimo infortunio, questa volta alla coscia sinistra, lo costringe a fermarsi per quasi tutta la parte rimanente della stagione. Ha ancora diversi amici nel mondo del calcio (“Chiellini, Marchionni, Lupatelli. Loro li sento spessissimo. Con chi non andavo d’accordo? Gattuso e Tacchinardi. In campo erano quelli con cui mi scontravo di più. Poi fuori era tutt’altra cosa. Saluto sempre Rino quando lo vedo, non ho nulla contro di loro”). Nel 2009 va alla Fiorentina poi smette e nel 2013 diventa allenatore dei Giovanissimi del Pisa. Poi allena al Prato e nel 2015 in Eccellenza al Pietrasanta. Successivamente diventa tecnico dei Berretti della Carrarese. A luglio 2017 diventa allenatore della Massese ma nel gennaio 2018 si dimette dall’incarico.

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