Papu Gomez è uscito alla scoperto e a “La Nacion” ha raccontato cosa è accaduto con Gasperini, partendo da ciò che è successo nella partita di Champions a Bergamo contro il Midtyjlland: “Sbagliai perché non obbedii a una consegna tattica. Mancavano 10 minuti alla fine del primo tempo, Gasperini mi chiese di spostarmi sulla destra, ma io stavo giocando benissimo a sinistra. Così gli risposi di no. Immaginate che significa, sul campo oggi, con tutte le telecamere. Sapevo che l’allenatore si sarebbe arrabbiato, che mi avrebbe tolto all’intervallo e in effetti fu così. Ma quello che successe poi nello spogliatoio valicò ogni limite”.
Poi la rivelazione choc: “Gasperini tentò di picchiarmi. Ok discutere – prosegue Gomez -, ma un’aggressione fisica non la posso accettare. Così, dopo questo fatto, chiesi ad Antonio Percassi un incontro e gli spiegai che per me non c’erano problemi a continuare assieme, ammettendo anche le mie colpe: come capitano non mi ero comportato a modo, ero stato un cattivo esempio non obbedendo a un’indicazione dell’allenatore. Però chiesi al presidente che per andare avanti avevo bisogno delle scuse di Gasperini. Una società non può tollerare che il tecnico provi ad aggredire un calciatore”.
Il Papu ha spiegato perché ha deciso di lasciare l’Atalanta: “Ci fu una riunione di tutta la squadra. Io mi feci avanti e chiesi scusa a tutti: allenatore e compagni. Gasperini, però, non proferì parola. Ma come? Io riconosco di essermi comportato male e quello che ha fatto lui? Andava bene, nessuna scusa? Dopo qualche giorno comunicai a Percassi che non volevo più stare all’Atalanta. Sono rimasto deluso da Percassi, che non ha avuto il coraggio di chiedere a Gasperini di porgermi le sue scuse. Si sarebbe risolto tutto. Poi mi chiusero le porte del calcio italiano per non vendermi a una concorrente. Volevano far credere che me ne andassi a Siviglia per i soldi. E’ ora che i tifosi dell’Atalanta sappiano come è andata”.
Ai microfoni di Gazzetta.it, Gasperini ha però replicato subito al Papu spiegando la sua versione dei fatti: “I comportamenti e gli atteggiamenti di Gomez, in campo e fuori, erano diventati inaccettabili per l’allenatore e per i compagni. L’aggressione fisica è stata sua, non mia, ma il vero motivo per cui è andato via da Bergamo è per aver gravemente mancato di rispetto ai proprietari del club. Mi auguro che Gomez possa continuare a far parlare di sè con le prestazioni, come faceva all’Atalanta“.