Se l’edizione 2021 degli Australian Open era stata già tormentata a causa della pandemia di Coronavirus, che costrinse a far slittare il torneo a febbraio, il primo Slam dell’annata 2022 rischia di trasformarsi in un vero e proprio calvario a causa dell’emergenza sanitaria e dell’obbligo vaccinale imposto agli atleti.
Dopo il caso relativo all’esenzione concessa e poi subito revocata a Novak Djokovic, che ha fatto il giro del mondo, ne è scoppiato un altro analogo in campo femminile, se possible ancora più intricato.
La giocatrice in questione è la ceca Renata Voracova, doppista di discreto livello che si è vista revocare il visto d’ingresso per l’Australia, proprio come successo a Nole.
La differenza sostanziale è che Voracova era entrata in Australia a dicembre grazie a un’esenzione legata al fatto che l’atleta aveva contratto il Covid-19, dal quale si era ripresa e che la giocatrice ha già disputato un match dopo lo “sbarco” in Australia, in coppia con la polacca Katarzyna Piter, perdendo in due set nel WTA Melbourne 2 contro la coppia formata dall’olandese Lesley Pattinama Kerkhove e dall’australiana Arina Rodionova.
Secondo quanto riportato dall’’ABC’, la cancellazione del visto è arrivata nella giornata di giovedì 6 gennaio, con la giocatrice subito trasferita dall’Australian Border Force al Park Hotel, lo stesso nel quale si trova Djokovic.
La situazione è in divenire: sarebbero già in corso contatti tra la giocatrice e l’ambasciata ceca che si trova nella capitale australiana Canberra.