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Alcaraz, il no a Toronto diventa un caso in Spagna: le similitudini con Sinner e il retroscena sul forfait

In Spagna Alcaraz è finito al centro delle polemiche per la rinuncia al Masters di Toronto. La sua decisione è però un segno di maturità, che lo avvicina molto al rivale Sinner

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Matteo Morace

Matteo Morace

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La scelta di non partecipare al Masters 1000 di Toronto dopo la sconfitta in finale a Wimbledon ha alzato su Carlos Alcaraz un polverone in Spagna, dove molti tifosi e non solo hanno criticato la scelta del n°2 che ha deciso di prendersi qualche giorno in più di vacanza per staccare dal tennis. Le ragioni dietro a questa decisione ricordano però molto da vicino quelle che in passato avevano portato Jannik Sinner e prendere simili scelte ed evidenziano la maturazione del murciano come evidenziato da Marca.

Le polemiche su Alcaraz per il forfait a Toronto

Nonostante possa vantare già 5 titoli slam in bacheca, un passato recente da n°1 e tanti altri tornei vinti, oltre all’essere stato protagonista di una stagione quasi perfetta sulla terra rossa e sull’erba, Carlos Alcaraz è finito al centro delle polemiche in Spagna. Il motivo è dovuto alla sua decisione di rinunciare al Masters 1000 di Toronto, che gli avrebbe fornito una ghiotta chance di avvicinarsi a Jannik Sinner in classifica, dopo il ko in finale a Wimbledon. Secondo alcuni infatti questa decisione sarebbe dovuta alla mancata concentrazione verso il tennis da parte di Carlitos, visto da alcuni come troppo festaiolo.

Il motivo del forfait

In realtà, più a festeggiare, Alcaraz in questi giorni ha pensato a rilassarsi e staccare un po’ la testa dal tennis dopo un periodo estremamente intenso e con ben poche pause come ricorda Marca: “Il cinque volte vincitore di uno Slam ha affrontato molte settimane di intenso lavoro, sia fisico che emotivo. Il tour sulla terra battuta ha avuto il suo peso su di lui. Wimbledon gli ha richiesto un grande impegno. Il conto inizia a vedersi in ogni gesto, in ogni sessione di allenamento”.

Il quotidiano spagnolo ha poi elogiato la scelta di Carlitos che con questa decisione ha mostrato la sua crescita: “Ed è qui che sta la differenza tra un giocatore che compete e uno che lo fa con una visione. Invece di forzare la macchina, Charly sceglie di affinarla. Non riposa per debolezza, ma per maturità. Perché sa che il tennis non si vince solo in campo, ma anche con la gestione. Il dibattito è aperto. Non giocare in Canada significa perdere il ritmo competitivo, certo. Significa anche esposizione, partite difficili e adattamenti sui campi in cemento. Ma la pausa potrebbe avere più valore di quanto sembri. L’aspetto fisico è parte della discussione, ma quello mentale non è meno importante”.

Le similitudini con Sinner spiegano la crescita di Alcaraz

Una maturazione che in un certo senso lo avvicina ancora di più al suo rivale Sinner. L’anno scorso infatti Alcaraz sembrava aver patito un po’ la decisione sua e/o del suo team di prendere parte a troppi tornei durante l’anno per provare a recuperare su Jannik, ritrovandosi però spompato di energie fisiche e, soprattutto, mentali, finendo con l’ottenere l’effetto contrario, a eccezione del titolo vinto a Pechino proprio sul n°1.

Sinner invece da ormai due anni ci ha abituato a queste scelte magari impopolari dal punto di vista dell’opinione pubblica, ma certamente efficaci da quello tennistico. Anche Jannik come Alcaraz era finito al centro delle polemiche per alcune sue rinunce a tornei come la Coppa Davis (tra l’altro mai nella fase finale dove è sempre stato presente), Internazionali d’Italia, Olimpiadi e altri ancora, dimostrando poi sul campo che la sua era semplice lungimiranza, quella di chi sa cosa vuole e ha un piano per ottenerlo. Insomma, Sinner e Alcaraz si stimolano e si danno consigli indiretti utili su come migliorarsi, e se davvero questa scelta è stata presa per le ragioni spiegate da Marca non c’è dubbio che Carlos – il quale durante questa stagione ha già dimostrato un’importante crescita dal punto di vista della continuità – ne trarrà vantaggio e diventerà un avversario ancor più temibile per Jannik, rendendo ulteriormente più avvincente questa già incredibile rivalità.

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