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Bertolucci sbotta su Sinner e il forfait a Toronto, attacco frontale ai critici: "Non capite niente"

La rinuncia al Masters 1000 di Toronto scatena reazioni contrastanti, a cui il commentatore di Sky non ha mancato di rispondere a tono difendendo il numero uno del tennis mondiale

Pubblicato:

Lorenzo Marsili

Lorenzo Marsili

Sport Specialist

Giornalista pubblicista, redattore, divulgatore. E' una delle anime video del sito: racconta in immagini un evento e lo fa come pochi altri

Jannik Sinner, così come di molti altri, compreso Carlos Alcaraz, ha deciso di rinunciare al torneo Masters 1000 di Toronto, in programma dal 27 luglio al 7 agosto, per concentrarsi su Cincinnati e sugli US Open. Una scelta che ha, inevitabilmente, scatenando reazioni e critiche. Tra i più convinti sostenitori del fatto che si tratti della scelta migliore possibile c’è Paolo Bertolucci, ex tennista e oggi commentatore tecnico per Sky Sport, che ha sottolineato con fermezza come la programmazione del campione azzurro debba necessariamente seguire logiche da numero uno mondiale.

Una scelta da numero uno

Il forfait al cemento canadese di Jannik è dettato da una precisa strategia. Dopo una prima parte di stagione intensa, aperta di fatto con lo stop forzato dalla squalifica e culminata con le fatiche, la delusione del Roland Garros e l’impresa leggendaria di Wimbledon, Sinner ha scelto di prendersi una pausa per ricaricare mente e corpo.

Un approccio mirato, tipico di chi guarda sul lungo periodo. “Una sola parola: programmazione. È difficile da costruire, ma fondamentale. Jannik sta lavorando come facevano Federer, Nadal e Djokovic. Chi critica le sue scelte non capisce le regole del tennis. A quei livelli come obiettivo devi avere solo gli Slam”, ha spiegato Paolo Bertolucci a Repubblica.

Il peso della stagione sul cemento

Con Toronto estromesso dall’agenda, il focus di Jannik si sposta sul cemento a stelle e strisce, dove sarà chiamato a difendere ben 3.000 punti: 1.000 a Cincinnati e, soprattutto, 2.000 agli US Open. Un tour de force che rende ancora più sensata la decisione di saltare il primo appuntamento nordamericano.

“Non si può giocare al massimo ogni settimana – ribadisce Bertolucci –. I Masters 1000 sono importanti, ma se sei numero uno al mondo diventano tappe di avvicinamento agli Slam, degli allenamenti. Il ranking è importante, ma lo è di più scrivere il proprio nome sulla coppa degli US Open. E Jannik questo lo sa benissimo. Credo che avrebbe rinunciato a Toronto anche se avesse avuto più punti da difendere. È vitale fare così”.

La lotta per il ranking con Alcaraz

Anche perché, la sfida con Alcaraz per il primo posto mondiale è quanto mai più serrata e da qui a fine anno Jannik dovrà difendere oltre 6.000 punti. Al contrario, lo spagnolo, sotto assedio in patria per Wimbledon, ha margini di guadagno molto più ampi, dovendo difendere solo poco più di 1.000 punti. Il vero nodo saranno gli US Open: Sinner ha trionfato nel 2024 e dovrà riconfermarsi per mantenere la vetta. Ma già da Cincinnati si capiranno le possibilità di rimonta di Carlos e, di conseguenza, quelle restare davanti dell’azzurro.

Cincinnati e il percorso di Sinner per chiudere il 2025 davanti a tutti

In quel di Cincinnati, infatti, Sinner arriverà con l’obbligo implicito di replicare il successo dell’anno scorso per non concedere subito terreno importante allo spagnolo. Alcaraz, invece, ha poco da perdere. Nel 2024 uscì al primo turno, guadagnando appena 10 punti. Una situazione che mette, inevitabilmente, ulteriore pressione a Jannik.

Dopo gli US Open, l’autunno tennistico proseguirà con Pechino, Shanghai, Parigi-Bercy e le ATP Finals. Anche qui, Jannik dovrà farsi trovare pronto ed essere ancora una volta assoluto protagonista, avendo vinto sia il Masters 1000 di Shanghai sia le Finals a Torino nella passata stagione. Alcaraz, invece, ha più spazio per crescere in classifica, avendo puntualmente raccolto meno nel 2024.

Rune e gli altri, chi può interrompere il duello

Secondo Bertolucci, al momento il circuito è inevitabilmente dominato dal duopolio Sinner-Alcaraz. Gli altri sono più indietro. “Rune ha buchi clamorosi, ha talento – ha spiegato l’ex tennista – ma non ha ancora continuità. I grandi non escono al secondo turno degli Slam…”. In merito ai vari outsider – vedi Draper, Fritz, Shelton o lo stesso Musetti –, il commentatore non ha dubbi “possono diventare pericolosi, ma non sembrano ancora pronti a spaventare i due primatisti del ranking”.

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