Il difensore del Milan Leonardo Bonucci si confessa in una lunga intervista a Vanity Fair. Il centrale rossonero, per anni colonna della Juventus, è uno dei giocatori più amati e odiati del calcio italiano, e sui social spesso molti tifosi oltrepassano il limite diventando “haters”: “Leggo quasi tutto. E quando ti insultano la famiglia, soprattutto dopo che hai passato certe cose (l’operazione del figlio Matteo ndr), ti sale il veleno dentro. Vorresti andarli a prendere a casa, poi magari sono gli stessi che ti chiedono un selfie se ti incontrano. Bisogna farsi scivolare addosso certi commenti e concentrarsi sul resto. I social sono pericolosi, ma possono essere anche importanti per far passare messaggi positivi”.
Il capitano dei rossoneri ha raccontato che anche l’avvio della sua esperienza alla Juventus fu complicato come e più di quello in rossonero: “Il primo anno alla Juventus spesso andavo in panchina e non ero contento del rendimento. Stavo per trasferirmi a San Pietroburgo, lì mi è stata vicina ed è stata fondamentale”.
L’operazione del figlio: “Prima di entrare in sala operatoria mi ha guardato e mi ha fatto il verso da leone , è il ricordo più nitido che ho di quei giorni terribili. La scala delle priorità è cambiata, per fortuna tutto è andato bene. I leoni tatuati sulla mia spalla simboleggiano proprio i miei figli”.
La grande delusione sportiva dei mancati Mondiali: “Fino all’ultimo pensavamo di poter raddrizzare la partita. E’ stata una delusione incredibile anche per noi giocatori, ma lo sport a volte riserva pure delusioni. Persone come Tommasi, Maldini, Costacurta credo siano l’ideale adesso. Gente che conosce bene questo sport, che è stata una bandiera del movimento”.
Dopo il ritiro, la panchina: “Voglio provare a fare l’allenatore”.
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