Nel mondo di Paola Egonu una stagione senza trofei da mettere in bacheca è qualcosa che a fatica si ricorda. Nel mondo di Paola Egonu, la finale di Champions League in programma domani contro Conegliano alle 19 italiane rappresenta l’ideale trampolino di lancio per prendere la rincorsa e buttarsi a capofitto in un’estate che tutti (lei per prima) auspicano possa rivelarsi indimenticabile, perché piena di vittorie. Che poi ne basterebbe una per rendere tutti davvero felici: quell’oro olimpico che il mondo della pallavolo italiana insegue da sempre, con le donne che invero nella loro storia a cinque cerchi non hanno mai conquistato neppure un altro metallo.
- Un anno fa a Torino una delle finali più belle
- Milano, solo una vittoria può salvare la stagione
- Velasco spettatore interessato: Paola e il dualismo con Kate
- Egonu-Haak, un duello che promette scintille
Un anno fa a Torino una delle finali più belle
Egonu domani sarà la grande protagonista di una sfida che in qualche modo è anche la sua partita. Ripensando ai 42 punti realizzati un anno fa a Torino, quando la finale tutta turca tra VakifBank ed Eczacibasi sorrise proprio alla formazione nella quale giocava Paola (curioso il fatto che quest’anno, con due italiane in finale, si giochi in Turchia: alla Cev non farebbero bene a ripensare a certe scelte per ciò che attiene alle sedi?).
Quel giorno l’attuale opposto del Vero Volley fu semplicemente dominante, e domani dovrà esserlo una volta di più se vorrà provare a buttare giù dal trono quella Prosecco Doc Imoco che non sembra avere punti deboli, reduce dalla trionfale campagna tricolore con la vittoria per 3-1 nella serie contro Scandicci, nonostante Antropova abbia fatto vedere i sorci verdi alle Pantere di Daniele Santarelli.
La squadra con la quale Egonu ha conquistato l’ultima Champions League vinta da una formazione italiana, sebbene siano trascorsi tre anni da quel trionfo (nei due successivi ha sempre vinto il VakifBank).
Milano, solo una vittoria può salvare la stagione
Di per sé il confronto ha un che di nostalgico, ripensando ai trionfi di Paola in terra veneta. Ma stavolta sarà tutto diverso. Intanto perché Milano, dopo la cocente delusione patita nei play-off di Serie A1 Tigotà, è davvero spalle al muro: in stagione ha perso tutti i confronti diretti con Conegliano (Supercoppa, Coppa Italia e i due in stagione regolare), ma vincere l’ultimo potrebbero consegnare alla stagione una luce differente, e magari contribuire anche a salvare la panchina di Marco Gaspari, oggi (causa risultati sin qui ottenuti) fortemente a rischio in vista della prossima stagione.
Chiaro però che senza una prova dominante di Egonu il rischio è che si possa assistere a un film già visto, con Milano costretta a rincorrere una squadra che, al netto di qualche passaggio a vuoto ammirato nel corso della serie con Scandicci (merito anche delle toscane, che hanno alzato il livello al momento opportuno), rimane di gran lunga la grande favorita per completare il grande slam, emulando quanto fatto da Perugia in campo maschile (con la Sir orfana però della vetrina europea).
Velasco spettatore interessato: Paola e il dualismo con Kate
Il fatto che Paoletta abbia fatto parlare (e tanto) di sé anche in un periodo nel quale non è scesa in campo, aspettando soltanto la finale di Antalya, dimostra quanto resti comunque un personaggio sempre e comunque sotto i riflettori. Negli ultimi giorni c’ha pensato invero Julio Velasco a riproporre Egonu agli altari delle cronache, intenzionato però a stroncare sul nascere qualsiasi parallelismo legato al dualismo con Antropova per capire chi sarà l’opposto titolare della nazionale.
Paola però da domani vuol cominciare a far parlare nuovamente il campo, e in qualche modo inaugurare un’estate (anche se meteorologicamente ancora un po’ lontana) nella quale le responsabilità non mancheranno. L’Allianz è a lei che chiede un “miracolo” per provare a evitare l’onta di un altro ko. contro la squadra che più di tutte l’ha fatta soffrire nel corso di un’annata che prometteva qualcosa in più di quello che ha effettivamente raccontato.
Egonu-Haak, un duello che promette scintille
Paola, memore dei 42 punti della finale dell’anno passato, ha una voglia matta di ripagare la fiducia di chi lo scorso anno l’ha strappata a suon di milioni alle sirene turche. Provando a chiudere quel cerchio che in parte ha già modellato sbattendo fuori dalla Champions proprio le sue ex compagne del VakifBank.
E poi c’è la sfida diretta con Isabelle Haak a rendere il piatto ancora più appetitoso. Insomma, più che una finale, questa ha tutta l’aria di essere una partita campale. E nessuno può addomesticarla meglio di Egonu, giunta alla quinta finale consecutiva di Champions (bilancio per ora di 3 vittorie e una sconfitta).