E’ stata una croce per papà Alessandro e mamma Martina, ha mandato in tilt il web con filmati choc e dichiarazioni sopra le righe, è stato in un centro penale minorile dove ha anche tentato il suicidio, ha provato droghe di ogni tipo ma oggi Achille Costacurta dice di essere un’altra persona, ripulita, pronta a recuperare tempo e affetti perduti. In un’intervista a La Repubblica il figlio della Colombari e dell’ex difensore del Milan confessa crimini e misfatti ma assicura di essere cambiato.
- Cosa aveva detto Billy Costacurta
- Cosa aveva confessato Martina Colombari
- La rinascita di Achille a Palermo
- Il rapporto con le droghe
Cosa aveva detto Billy Costacurta
In una recente intervista al Corriere della Sera anche Billy Costacurta aveva ammesso: “Credo di essere stato un buon padre. Mio figlio ha delle fragilità. Ha avuto dei problemi, li ha superati e oggi è il ragazzo più bello del mondo ma un paio d’anni fa non le avrei dato la stessa risposta. Mio figlio ha attraversato un momento molto, molto difficile. Ci siamo aiutati uno con l’altro. Lui, io, mia moglie. Io in quei giorni ho scoperto la forza incredibile di mia moglie. Marti ha una capacità di protezione del figlio pazzesca. Ho capito che la donna per certe cose è un essere superiore”,
Cosa aveva confessato Martina Colombari
In tv invece mamma Martina aveva detto: «Achille sta meglio. La sua è la storia di tanti adolescenti e post adolescenti in un mondo complicato. I social si sono accaniti perché è figlio di due personaggi famosi, ma di situazioni come la sua ce ne sono tantissime. Come ho vissuto questo periodo? Come qualsiasi madre di fronte a un momento difficile del figlio. Gli sono stata vicina come potevo, facendo quello che dovevo per capire il suo disagio. Ora è tutto più chiaro, è seguito dalle persone giuste. Ci è voluto del tempo. Noi gli siamo stati vicini».
La rinascita di Achille a Palermo
Sul suo profilo social continuano ad apparire foto e video di San Pietroburgo o delle Maldive ma Achille assicura di aver ritrovato la sua pace a Palermo, Mondello per l’esattezza, dove dice di vivere da 4 mesi (“qui la gente non ti giudica. Ti tende la mano, ti accoglie. Un po’ come in India, quando ho fatto Pechino Express: se scegli quella terra, ti trattano come sacro. A Palermo mi sono sentito così. Mi ha aiutato. Avevo bisogno di cambiare aria. Milano mi metteva ansia“).
Nessuna richiesta di assoluzione, il 20enne figlio d’arte confessa tutti i suoi errori: «Ho provato a togliermi la vita con sette boccette di metadone. L’equivalente di 40 grammi di eroina. Nessuno sa spiegarsi come io sia ancora vivo. Avevo 17 anni, mi avevano trovato due coltelli nell’armadietto a scuola. Non volevo fare male a nessuno, ero solo un ragazzo pieno di paranoie e mi rinchiusero in un centro penale minorile a Parma: dopo un anno e sette mesi non ce la facevo più».
Il rapporto con le droghe
Oggi dice di non essere più tossicodipendente («Mi sento rinato. Non tocco droghe, sto bene e ho recuperato il rapporto con i miei genitori. Prima litigavamo ogni giorno, ora siamo uniti. Se torno tardi, li chiamo») ma fino a due anni fa non era così. Aveva “abboccato” alle droghe appena diventato maggiorenne: «Al mio diciottesimo compleanno. Sono andato avanti per otto mesi. Mescalina, un allucinogeno messicano. Quando sei sotto, ti senti Dio e io pensavo di poter aiutare il mondo intero. Regalavo le mie collane d’oro ai barboni, aiutavo i ragazzi che fumavano crack portandoli a casa a fare una doccia. Ma in realtà mi stavo distruggendo. Le droghe sono il demonio. E il demonio ti prende e ti porta via».
Infine l’obiettivo: «Aprire un centro per ragazzi con sindrome di Down. Aiutare gli altri mi fa sentire le farfalle nello stomaco».