L’autopsia rivela il motivo della morte di Tori Bowie, velocista e lunghista a stelle e strisce deceduta il 23 aprile: la 32enne di Sand Hill, elemento della staffetta 4 x 100 vittoriosa alle Olimpiadi di Rio de Janeiro, non ha superato le complicazioni legate alla gravidanza, in procinto di terminare.
Tori Bowie, i risultati dell’autopsia
L’iridata 2017 era stata ritrovata senza vita da una squadra dello sceriffo nell’abitazione di Orange Country, in Florida: i parenti, che non avevano avuto modo di contattarla e che non si sa se fossero, o meno, informati della gravidanza, si erano allarmati da giorni; media statunitensi sostengono che – secondo l’autopsia – Tori sarebbe morta a causa di complicazioni legata alla gravidanza.
Le ricostruzioni ipotizzano tra le cause l’eclampsia, una crisi respiratoria associata all’alta pressione sanguigna: l’atleta all’ottavo mese di gravidanza era appena andata in travaglio e avrebbe patito convulsioni, mal di testa e visione offuscata; il ritrovamento ha seguito di alcuni giorni il decesso.
We are deeply saddened to learn the cause of death of Olympic medalist and world champion sprinter, Tori Bowie.
Black women die at exceedingly higher rates due to pregnancy-related complications. We face a much higher risk of maternal death due to various reasons including… pic.twitter.com/ltsx5RDzGQ
— BET (@BET) June 12, 2023
La commozione dell’atletica
Quella di Tori Bowie è stata figura mediatica di riferimento per la comunità afro-americana: 43 i milioni di followers su Instagram per una atleta che si dilettava a fare la modella; la morte in apparenza misteriosa, unita al fatto che fosse ormai da tempo estranea alla vita pubblica, ha riportato la memoria degli appassionati a quando un attacco epilettico fu fatale alla 38enne Florence Griffith-Joyner, vittoriosa a Seul e ancora primatista su 100 metri (10″49) e 200 metri (21″34).
Questo il ricordo social della rivale giamaicana Shelly-Ann Fraser-Pryce:
«Mi si spezza il cuore per la famiglia di Tori Bowie. Una rivale fonte di luce. La tua energia e il tuo sorriso saranno sempre con me».
La carriera di una sportiva unica
Tori Bowie, nata in una regione rurale del Missisippi nel 1990, è cresciuta assieme alla nonna: fondamentale il passaggio dal salto in lungo alla velocità del 2014, stagione in cui stabilì, con il riscontro cronometrico di 10″ 80, il primato mondiale sui 100 metri a Monaco.
La sua stella ha brillato in particolare a Rio, dove mise al collo tre medaglie olimpiche: l’oro nella staffetta 4 x 100 metri, l’argento nei 100 metri alle spalle della giamaicana Elaine Thompson-Herah e il bronzo nei 200 metri. Il 10″ 85 ai Mondiali di Londra, dove i medesimi USA bissarono l’oro nella staffetta, valse la riconferma iridata nell’anno successivo: prima del ritiro la partecipazione a Doha 2019.