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Brasile, addio alla leggenda Zagallo, la "formichina" che vinse quattro Mondiali

Muore a 92 anni il leggendario ct della Selecao di Pelè che era stato anche compagno della Perla Nera: era da tempo ricoverato per un'infezione

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Fabrizio Piccolo

Fabrizio Piccolo

Giornalista

Nella sua carriera ha seguito numerose manifestazioni sportive e collaborato con agenzie e testate. Esperienza, competenza, conoscenza e memoria storica. Si occupa prevalentemente di calcio

“È con grande tristezza che vi informiamo della morte del nostro eterno quattro volte campione del mondo Mário Jorge Lobo Zagallo”. Un breve comunicato pubblicato sui social network ha avuto l’effetto di un terremoto nel mondo del calcio. Scompare a 92 anni il “professore”, leggenda brasiliana e unico al mondo ad aver vinto 4 mondiali ma in tre diverse funzioni. Sguardo al palmarés, nel 1958 e nel 1962, rispettivamente nelle edizioni di Svezia e Cile, ha alzato al cielo l’ambita Coppa con il suo Brasile. Un’emozione che per Zagallo si è ripetuta per altre due volte, con esattezza nel 1970 in Messico, nel ruolo di allenatore, e nel 1994 negli Stati Uniti al fianco del ct verdeoro Carlos Alberto Perreira come coordinatore tecnico.

Zagallo era malato da tempo

Da tempo l’ex ct entrava ed usciva dagli ospedali. Nel mese di agosto dello scorso anno, fu trasportato al Barra da Tijuca, a Rio de Janeiro, a causa di un’infezione respiratoria terminata poi nel migliore dei modi, questa estate è stato ricoverato all’ospedale Barra D’Or di Rio de Janeiro a causa di un’infezione alle vie urinarie.

In Brasile sette giorni di lutto per la scomparsa di Zagallo

Da quel momento le sue condizioni sono andate via via peggiorando fino alla fine. La Federcalcio brasiliana ha già annunciato sette giorni di lutto mentre messaggi di condoglianze stanno arrivando da tutto il mondo. Zagallo era l’ultimo superstite, dopo la morte di Pelè, rimasto in vita dell’undici titolare del Brasile che vinse il Mondiale ’58 in Svezia incantando.

La carriera di Mario Zagallo

Da calciatore, Mario Zagallo è noto per il suo talento nel ruolo di ala sinistra. Lo chiamavano ‘formiguinha’ (formichina) per il suo fisico esile. Una vita intera dedicata alle squadre del suo amato Brasile, vestendo le maglie di America di Rio de Janeiro, Flamengo e Botafogo, affascinando migliaia di appassionati con il suo delicato mancino. Il suo talento non poteva che passare sotto gli occhi della Federazione Brasiliana che, nel ’58 l’ha convocato per la Coppa Rimet di Svezia nel ’58, successivamente alzata al cielo dall’ex attaccante. Con 22 gol in 33 presenze con la Selecao, il brasiliano ha arricchito la sua bacheca di trofei anche con le maglie dei rispettivi club, chiudendo il suo bottino con cinque titoli carioca.

Da allenatore ha iniziato sulla panchina del Botafogo, squadra con cui ha chiuso il percorso da tecnico, prima di tornare a vincere con il suo Brasile. Con giocatori in rosa del calibro di Pelè e Jairzinho, il ct di Maceiò ha portato a casa la sua terza Coppa del Mondo. Al di là della Selecao, Zagallo ha continuato a dire la sua sulle panchine di Fluminense e Flamengo.

Chiuso il capitolo brasiliano, Zagallo ha voluto portare la sua nota esperienza anche su altre panchine a migliaia di km di distanza. Destinazione Arabia Saudita per l’ex allenatore, con esattezza tra le file dell’Al-Hilal e dell’Al-Nassr, oltre che della Nazionale Saudita, prima di tornare nella sua amata Selecao e tornare a rispondere presente all’appuntamento con i Mondiali, questa volta al fianco del ct Perreira. Quarto torneo iridato conquistato che va a chiudere una carriera leggendaria.

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