Ore di apprensione per Mario Zagallo. Ancora problemi di salute per la leggenda verdeoro che è stata nuovamente ricoverata in ospedale, questa volta a causa di un’infenzione alle vie urinarie. L’ex calciatore e ct del Brasile, nel mese di agosto dello scorso anno, fu trasportato al Barra da Tijuca, a Rio de Janeiro, a causa di un’infezione respiratoria terminata poi nel migliore dei modi. Adesso, il 92enne torna a far preoccupare l’intera scena calcistica.
- Zagallo ricoverato in ospedale: le sue condizioni
- Zagallo, l'uomo che ha vinto quattro Mondiali in tre diversi ruoli
- Mario Zagallo, la carriera da calciatore e allenatore
- Non solo brasile: ecco le altre esperienze della stella verdeoro
Zagallo ricoverato in ospedale: le sue condizioni
Mario Zagallo è ricoverato all’ospedale Barra D’Or di Rio de Janeiro a causa di un’infezione alle vie urinarie. Il quattro volte Campione del Mondo, seguito dalla dottoressa Marcia Ladera, è lucido e le sue condizioni vengono ritenute stabili. Altra nota positiva è che la leggenda brasiliana respira autonomamente e senza l’ausilio di dispositivi. Per il momento, Mario Zagallo non verrà dimesso.
Zagallo, l’uomo che ha vinto quattro Mondiali in tre diversi ruoli
Zagallo ha scritto la storia del calcio del ventesimo secolo, sia da calciatore, sia da allenatore. Di fatto, la leggenda verdeoro vanta un record ancora inviolato: quello di aver vinto quattro Coppe del Mondo, ma in tre diverse funzioni. Sguardo al palmarés, nel 1958 e nel 1962, rispettivamente nelle edizioni di Svezia e Cile, ha alzato al cielo l’ambita Coppa con il suo Brasile. Un’emozione che per Zagallo si è ripetuta per altre due volte, con esattezza nel 1970 in Messico, nel ruolo di allenatore, e nel 1994 negli Stati Uniti al fianco del ct verdeoro Carlos Alberto Perreira come coordinatore tecnico.
Mario Zagallo, la carriera da calciatore e allenatore
Da calciatore, Mario Zagallo è noto per il suo talento nel ruolo di ala sinistra. Una vita intera dedicata alle squadre del suo amato Brasile, vestendo le maglie di America di Rio de Janeiro, Flamengo e Botafogo, affascinando migliaia di appassionati con il suo delicato mancino. Il suo talento non poteva che passare sotto gli occhi della Federazione Brasiliana che, nel ’58 l’ha convocato per la Coppa Rimet di Svezia nel ’58, successivamente alzata al cielo dall’ex attaccante.
Solo il presagio di ciò che sarebbe accaduto quattro anni più avanti, dove Zagallo ha ripetuto la grande impresa prima di appendere gli scarpini al chiodo. Con 22 gol in 33 presenze con la Selecao, il brasiliano ha arricchito la sua bacheca di trofei anche con le maglie dei rispettivi club, chiudendo il suo bottino con cinque titoli carioca.
Ma Mario Zagallo era consapevole di poter dare ancora tanto al calcio. Dunque, dopo essersi ritirato da calciatore, ha iniziato il suo cammino da allenatore. Tutto è iniziato sulla panchina del Botafogo, squadra con cui ha chiuso il percorso da tecnico, prima di tornare a vincere con il suo Brasile. Con giocatori in rosa dal calibro di Pelè e Jairzinho, il ct di Maceiò ha portato a casa la sua terza Coppa del Mondo. Al di là della Selecao, Zagallo ha continuato a dire la sua sulle panchine di Fluminense e Flamengo.
Non solo brasile: ecco le altre esperienze della stella verdeoro
Chiuso il capitolo brasiliano, Zagallo ha voluto portare la sua nota esperienza anche su altre panchine a migliaia di km di distanza. Destinazione Arabia Saudita per l’ex allenatore, con esattezza tra le file dell’Al-Hilal e dell’Al-Nassr, oltre che della Nazionale Saudita, prima di tornare nella sua amata Selecao e tornare a rispondere presente all’appuntamento con i Mondiali, questa volta al fianco del ct Perreira. Quarto torneo iridato conquistato che va a chiudere una carriera leggendaria.