Cosa accadrà al Brescia? Il futuro del club lombardo passa dallo stadio Rigamonti dove si sta consumando il braccio di ferro tra il patron Massimo Cellino e il Comune. Al centro del conflitto ci sono affitti non pagati, manutenzioni venute a mancare e una gestione complessivamente un po’ traballante. Col presidente ancora ricoverato in ospedale a Cagliari, la tensione cresce anche sul piano istituzionale. Con una deadline ben precisa fissata per domenica.
- L'ultimatum del Comune e il rischio sfratto
- Cellino dall'ospedale smentisce la sua intervista
- Chi salva il calcio a Brescia? Il progetto di Pasini
L’ultimatum del Comune e il rischio sfratto
Il punto di vista del Comune è piuttosto chiaro oltre che messo per iscritto. Se entro domenica sera non arriveranno i 218 mila euro di affitti arretrati, scatterà la revoca anticipata della concessione dello stadio Rigamonti. Sono due le rate non versate che avrebbero incrementato la tensione tra le parti, nonostante un contratto con scadenza 2028. Al suo interno, infatti, ci sarebbe una clausola sul mancato pagamento che consentirebbe al Comune di riappropriarsi dell’impianto.
Cellino dall’ospedale smentisce la sua intervista
Tra l’altro, una fonte comunale chiarisce che anche i miglioramenti strutturali finanziati dallo stesso Cellino nel 2019, del valore complessivo di 4,7 milioni di euro, resterebbero nel caso di proprietà pubblica.
Massimo Cellino non può stare tranquillo. Neanche ora che ne avrebbe bisogno, dal momento che è ricoverato in ospedale a Cagliari per un intervento alla colonna vertebrale. Qualche giorno fa erano emerse delle indiscrezioni circa la sua volontà di smontare lo stadio: una tesi che ha indotto il diretto interessato ad uscire allo scoperto con una dura smentita e la minaccia di azioni legali nei confronti di chi avrebbe pubblicato l’intervista fake.
Chi salva il calcio a Brescia? Il progetto di Pasini
Tra i due litiganti chi di certo non gode è il Brescia. Il futuro del calcio bresciano potrebbe presto passare nelle mani di Giuseppe Pasini. Il presidente della FeralpiSalò si è detto disponibile a trasferire la sede sportiva del suo club a Brescia e a cambiare nome alla società, dando così vita a una nuova squadra cittadina. Questa operazione permetterebbe di conservare una squadra professionistica in città, proprio mentre il Brescia Calcio di Cellino rischia l’esclusione dalla Serie C per inadempienze economiche.
La FIGC deciderà nei primi giorni di luglio sull’estromissione del club attuale, mentre Pasini avrà tempo fino al 15 luglio per completare l’iter di “ridenominazione” della sua Feralpi. Affinché tutto questo diventi effettivamente realtà, tuttavia, c’è bisogno di sbloccare in fretta la questione stadio: senza il Rigamonti, il progetto non può partire.
