Capolavoro irpino. Un digiuno di 7 anni si è chiuso al triplice fischio di Sorrento-Avellino per la squadra campana, che mancava all’appello del torneo di Serie B dalla stagione 2017-2018. Al termine di quell’annata, infatti, si materializzò l’onta del fallimento societario a causa di ingenti cifre debitorie in bilancio. Una triste parabola con il sodalizio biancoverde costretto a ripartire dalla Serie D e l’immediato ritorno nei professionisti.
La risalita fino al salto in cadetteria non ha risparmiato agli irpini periodi complicati, con retrocessioni evitate per il rotto della cuffia. La calda tifoseria dell’iconico stadio Partenio, però, non ha mai mollato la presa mostrando costantemente il totale sostegno alla squadra. Da sottolineare pure una comprovata stabilità finanziaria assicurata dalla nuova proprietà, entrata in carica durante l’annata 2019-2020, targata Angelo Antonio D’Agostino. Imprenditore di successo, figura politica rilevante nel panorama campano e non solo, uomo dal forte carisma. Dal settore dell’edilizia a quello energetico, passando per i vini e la comunicazione televisiva. Linfa vitale per un club che troppe volte, nel corso della sua gloriosa storia, ha sofferto le pene dell’inferno per far quadrare i conti.
- Perinetti mago del mercato e la scommessa Biancolino
- Le statistiche del trionfo irpino
- I talenti pregiati del team biancoverde
Perinetti mago del mercato e la scommessa Biancolino
Programmazione a lungo raggio, idee innovative, feroce determinazione. Queste le chiavi del successo agonistico e dirigenziale degli irpini. Merito, tra gli altri, anche di una vecchia volpe del calcio italiano come Giorgio Perinetti nel ruolo di responsabile dell’area tecnica. Sagace guru del mercato, scopritore di talenti paragonabile all’illustre collega Corvino, dietro la scrivania ha avuto il merito di costruire un perfetto mix tra giovani prospetti e pedine più esperte.
Il cocktail, nonostante un avvio di campionato non semplice culminato con il passaggio di consegne in panchina da Pazienza a Biancolino allo scoccare della sesta giornata, al triplice fischio della stagione ha portato i frutti auspicati.
Le statistiche del trionfo irpino
Sembrava una scommessa azzardata in principio. Con il passare delle settimane anche i più scettici sono stati totalmente smentiti. L’Avellino ha ingranato la sesta marcia inanellando risultati utili in rapida successione. La compagine biancoverde ha archiviato la regular season in vetta nel girone C a quota 75 con 22 vittorie, 9 pareggi e 3 sconfitte in 34 turni disputati. Per le statistiche doveroso sottolineare i 61 gol realizzati contro i 26 subiti (differenza reti +36).
Equilibrio tattico e al tempo stesso voglia di strizzare l’occhio continuamente al bel gioco. Classe e concretezza, nel calcio impartito da Biancolino, possono combaciare senza ostacolarsi a vicenda. L’ex bomber di razza della C, che proprio con la casacca irpina ha scritto le pagine più dolci di un’ottima carriera in campo, ha riconsegnato al popolo dei Lupi la gioia di una promozione in Serie B.
I talenti pregiati del team biancoverde
Un collettivo ricco di talento e fantasia. In primo luogo occorre citare Facundo Lescano. Attaccante dotato di un senso del goal davvero invidiabile, arrivato nel mercato invernale dal Trapani, ha totalizzato 14 apparizioni e 7 reti tra campionato e Supercoppa. La punta argentina aveva precedentemente messo a referto 13 marcature in 24 presenze con i siciliani. In zona mediana mister Biancolino ha spesso fatto affidamento sul tandem Palmiero-Palumbo. Il primo è un metodista classe 1996, originario di Mugnano di Napoli, capace di abbinare quantità e qualità di manovra. Un lottatore tutto cuore e polmoni alla Gattuso, ma anche un’ottima risorsa in fase impostazione del gioco dei biancoverdi. Cresciuto nel vivaio partenopeo, ha indossato in carriera le maglie di Chievo Verona, Cosenza e Pescara. Il secondo nome sul taccuino è quello dell’italo-norvegese classe 2002 Martin Njoten Palumbo.
Nato a Bergen, maturato calcisticamente nel settore giovanile dell’Udinese. Il ragazzo ha cominciato questa annata tra le file della Juventus Next Gen, per approdare successivamente in terra campana. Regista dotato di una lodevole visione periferica del gioco. Mancino naturale, usa però con brillantezza pure l’altro piede, sfodera una tecnica di base sopra la media. Preciso nei passaggi sul corto, nei filtranti rasoterra e nelle verticalizzazioni sul lungo. Specialista dei calci piazzati, dimostra una determinazione caratteriale esternata senza timori reverenziali a compagni e avversari. Menzione speciale infine per un frizzante trequartista classe 1999: Michele D’Ausilio.
Una zanzara pronta sempre a pungere le altrui difese. Natali milanesi, crescita nel Busto 81 e seguenti transiti a Piacenza, Arconatese, Giana Erminio e Audace Cerignola. Dal Tavoliere ad Avellino il passo è breve. In Irpinia 32 presenze complessive con 1 gol e ben 14 assist. Magari non segna, ma fa segnare e non poco i compagni. Tecnico, veloce, sgusciante, fastidioso per gli avversari. Da tenere d’occhio.
(Credit foto: official Facebook Lega Pro)