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Olimpiadi, Chamizo furioso dopo la decisione beffa della Federazione: arbitri sospesi, ma a Parigi va Bayramov

Il lottatore azzurro sfoga sui social la propria rabbia dopo la decisione della Federazione internazionale della Lotta di non togliere il pass per le Olimpiadi all'azero nonostante i riconosciuti errori arbitrali

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Lorenzo Marsili

Lorenzo Marsili

Sport Specialist

Giornalista pubblicista, redattore, divulgatore. E' una delle anime video del sito: racconta in immagini un evento e lo fa come pochi altri

Arbitri sospesi, ma all’Olimpiade di Parigi va comunque Turan Bayramov. È un nuovo, amarissimo, boccone quello che Frank Chamizo è costretto a mandar giù in queste ore. La United World Wrestilng si è, infatti, espressa in merito al presunto caso di corruzione nel torneo di qualificazione olimpica di Baku e il responso è ancora più difficile di accettare della sconfitta – probabilmente pilotata – contro il lottatore azero di casa. La risposta social del lottatore italo-cubano non ha tardato ad arrivare ed è durissima.

Il match della discordia

Si infrangono contro una sentenza che La Repubblica definisce “salomonica” le speranze di Frank Chamizo di prendersi il pass per le Olimpiadi di Parigi facendo valere le proprie ragioni in merito al chiacchierato incontro contro Turan Bayramov, padrone di casa in quel di Baku, palcoscenico del torneo preolimpico che ha visto trionfare l’atleta azero e scatenato accuse pesantissime di corruzione.

Arbitri sospesi, ma Bayramov va a Parigi

Accuse corroborate almeno in parte anche dalla decisione della Federazione Internazionale della Lotta (la United World Wrestilng) che, attraverso un comunicato ufficiale, ha emesso il proprio verdetto sul caso. Un verdetto difficile da accettare, che si limita a una sospensione per un massimo di cinque mesi comminata all’intera squadra arbitrale per “gli evidenti errori commessi” durante la contesa, ma che al contempo conferma l’azero vincitore e, quindi, idoneo per Parigi.

Chamizo testa di serie in Turchia?

Una decisione legittimata dall’articolo 53 delle Regole Internazionali della Lotta che, come si legge nella nota, “in nessun caso, il risultato di un incontro può essere modificato dopo che la vittoria è stata dichiarata sulla materassina”. A seguito della sentenza, la Commissione Disciplinare ha chiesto agli organi federali che Chamizo possa prendere parte come testa di serie all’ultimo torneo preolimpico di qualificazione, che si terrà dal 9 al 12 maggio a Istanbul, in Turchia.

La rabbia e la determinazione di Chamizo

Una magra consolazione, che non è servita a placare il dispiacere del lottatore azzurro, che dal suo profilo Instagram, ha palesato tutto il suo disappunto sull’epilogo della vicenda con un post che racchiude anche la voglia di rialzarsi e non smettere mai di lottare: “Grazie UWW per averci detto quello che già sapevamo. Questo mi è costato quattro anni di lavoro e a loro appena cinque mesi di sospensione. Come fanno a guardarsi allo specchio questi arbitri? Fratello, Dio ci sta guardando tutti. Continuerò a lavorare sodo e a cercare la forza per sopportare questa ingiustizia“. L’obiettivo resta, ovviamente, il pass per Parigi.

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