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Che fine ha fatto Vampeta, il raccomandato di Ronaldo che costò 30 miliardi

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Con quei baffetti alla Clark Gable, quell’andatura dinoccolata e con la garanzia di Ronaldo il Fenomeno, che l’aveva caldamente raccomandato, Marcos André Batista Santos, in arte Vampeta (la crasi di vampiro e capeta, ovvero “diavolo” in portoghese), atterrò a Milano nell’estate del 2000, comprato dall’Inter per 30 miliardi con la convinzione di aver preso un altro crack. Anche tanti addetti ai lavori ne erano convinti, come Antognoni che l’aveva etichettato come il nuovo Tardelli. Quattro anni di contratto lasciavano presagire tante magie ma l’unica fu quella di scomparire nel nulla.

Vampeta millantava di essere famoso come Romario

Arrivava dal Corinthians, Vampeta e in Brasile si era fatto un nome a suon di buone prestazioni. “Sono conosciuto quanto Romario e Ronaldo” dirà, nella conferenza in diretta audio-video su Internet attraverso il sito dell’Inter. Si collegano in 1260, “il massimo consentito”, rivelò il club nerazzurro. Lele Oriali, seduto accanto a Vampeta, si sbilanciò: “Vampeta è un giocatore che può far fare un salto di qualità al nostro centrocampo. Si tratta di un giocatore eclettico, con tecnica, forza fisica e continuità. È bravo anche in fase offensiva, sa far goal e l’ultimo passaggio. Il suo ruolo è sul centro-destra, ma è così bravo che la sua collocazione non non sarà certamente un problema”.

Vampeta e la prima delusione: Inter fuori dalla Champions

Un segnale che non tutto sarebbe filato liscio arrivò proprio il giorno del suo arrivo a Milano che coincise con quello della storica e celeberrima eliminazione dai preliminari di Champions League per mano dei modesti svedesi dell’Helsingborgs, la partita del rigore sbagliato da Recoba a una manciata di secondi dal termine. Vampeta era in tribuna.

Vampeta raccomandato da Ronaldo in persona

Fu Ronaldo a convincere il tecnico di allora Lippi. Ronaldo e Vampeta si sono conosciuti qualche anno prima al PSV, entrambi molto giovani. Ma in quel 2000 non incroceranno mai le rispettive strade. Il Fenomeno è costantemente ai box a causa del tremendo infortunio al ginocchio e in quella stagione non giocherà nemmeno una volta. Vampeta lo farà, invece, ma poco e male. Solo che lo farà male. Già l’esordio in Supercoppa Italiana con la Lazio, gara persa per 4-3, è in chiaroscuro: Vampeta prima commette un fallo da rigore affossando Nedved in area, poi segna con un fortunoso tiro-cross in cui è palese l’indecisione dell’ex Peruzzi.

Nel ko in casa della Reggina, che costerà l’esonero immediato a Lippi, Vampeta gioca titolare. Poi con l’arrivo di Tardelli in panchina Vampeta colleziona tre comparsate in Coppa Italia e altrettante in Coppa UEFA mostrando una lentezza esasperante, da moviola, stile calcio brasiliano anni ottanta, da futbol-sala per intenderci. A novembre Tardelli gli concede qualche giorno di permesso per tornare in Brasile, ma il giocatore rientra a Milano 48 ore dopo il termine previsto. Vampeta chiede scusa per il ritardo. Ma poi esplode in conferenza stampa.

Vampeta stufo dell’Inter vuole tornare in Brasile

“Ho incontrato Moratti e gli ho detto di essere disposto a restituirgli tutti i soldi che ho guadagnato fino a questo momento pur di tornare in Brasile. Mi dicono tutti che hanno fiducia in me, che sono importante. Io sono un tipo tranquillo, ma non così tranquillo da accettare l’idea di una vacanza pagata. Non sono venuto all’Inter per i soldi: sono venuto perché questa è una squadra famosa in tutto il mondo e perché ci gioca Ronaldo. Avevo offerte anche dalla Spagna e dalla Francia. Sono titolare nella Seleção, eletto miglior giocatore del campionato brasiliano, però qui non gioco. In Brasile sono conosciuto quanto Romario e Ronaldo. Per cui mi chiedo: è possibile che 175 milioni di brasiliani siano degli stupidi e che in Italia abbiano tutti ragione?”.

Vampeta fallisce anche al Psg

L’addio è inevitabile. E a gennaio si concretizza: si fa avanti il Paris Saint-Germain, che lo acquista in comproprietà in cambio del cartellino di Stephane Dalmat. Dopo 6 mesi parigini e altre 8 presenze complessive, il problema si ripropone: che fare di Vampeta? Il giocatore confesserà in seguito di aver apprezzato Parigi, sì, “però alla Tour Eiffel e ai musei preferisco le spiagge baiane e l’Olanda, un paese libero dove le persone fumano, bevono e si fanno gli affari propri”.

Eppure Vampeta è stato nel giro della nazionale brasiliana.Ha fatto parte della spedizione mondiale in Corea del Sud e Giappone che nel 2002 fruttò alla Seleção il quinto titolo iridato. In Asia giocò una ventina di minuti in tutto, al ritorno in patria, alla presenza del Presidente della Repubblica Fernando Henrique Cardoso, si esibìin una serie di inaspettate capriole che mandano tutti in visibilio. “Tutti dicevano che bevevo. ‘Ha fatto quelle capriole, per cui dev’essere per forza ubriaco’.

Vampeta tra donne e guai

Su di lui però fioriscono le leggende. Nel 1999, poco prima di arrivare all’Inter, fa scalpore posando nudo per una rivista gay brasiliana. “Ma l’ho fatto per beneficenza, per aiutare una vecchia sala cinematografica del mio paese: mi hanno spiegato che è la più antica del mondo”, si giustificherà in seguito. Gli piacciono le belle donne, e in un’intervista al ‘Diario de São Paulo’ dice : “Ne ho avute più di 400”. La madre dei suoi due figli l’ha accusato di averla malmenata e l’ha denunciato, poi lui è andato a raccattare petroldollari in Kuwait (2004-05), è rientrato e ha trovato ingaggi in club minori, Brasiliense e Goias, dove sarà ricordato per aver detto che la squadra era piena di “bambi” (che nello slang dei brasiliani non sta per cerbiatto, ma è il dispregiativo con cui si identificano gli omosessuali).

Nel 2007 torna al Corinthians ma retrocede in B. A Rio de Janeiro indossa invce le casacche del Fluminense e del già menzionato Flamengo. inventando una frase divenuta leggendaria nel futebol brasiliano: “Eles fingem que pagam e eu finjo que jogo”. Ovvero: “Loro fingono di pagarmi e io fingo di giocare”.

Il presente vede Vampeta nel ruolo di commentatore della radio Jovem Pan di San Paolo. Ha qualche chilo in più e non ha più i celebri baffetti. Spesso è ospite nelle varie emittenti brasiliane, dove si diverte a raccontare episodi inediti della sua carriera. Nel 2013 ha provato a fare il presidente del Gremio Osasco, diventato poi Audax, dove per pochi mesi aveva già ricoperto la posizione di giocatore-allenatore, ma ha ceduto il testimone.

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