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L'ex Juventus Simone Muratore dopo il tumore si arrende a 26 anni: la straziante lettera d'addio al calcio

L'ex centrocampista della Juventus, Simone Muratore ha vinto la sua partita più importante, ma deve rinunciare ad una delle più grandi passioni. Ecco la sua storia: dall'esordio in Champions con Sarri alla lunga battaglia con il cancro

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Alessio Raicaldo

Alessio Raicaldo

Sport Specialist

Un figlio che si chiama Diego e la tesi di laurea sugli stadi di proprietà in Italia. Il calcio quale filo conduttore irrinunciabile tra passione e professione. Per Virgilio Sport indaga, approfondisce e scandaglia l'universo mondo dello sport per antonomasia

Si può anche alzare bandiera bianca dopo aver vinto la battaglia più importante. Questo è il senso dell’addio al calcio di Simone Muratore. Una notizia triste per tutti. Il 26enne piemontese, ex giocatore delle giovanili della Juventus con qualche presenza in prima squadra, ha dovuto prendere la sofferta decisione di appendere le scarpette al chiodo dopo anni trascorsi a combattere contro un avversario davvero duro da affrontare: il cancro. Ma la sua partita più importante l’ha vinta, l’ex bianconero non riuscirà però a tornare anche sui campi di gioco per portare avanti la sua passione. Ad annunciarlo è stato proprio il diretto interessato attraverso una emozionante lettera su Instagram.

La vittoria più bella di Muratore, ha battuto il cancro

Simone Muratore può essere felice: dopo una lunga battaglia contro un grave tumore al cervello è finalmente guarito. Le ferite rimangono, inevitabilmente, ma il 26enne di Cuneo può ricominciare e non a tutti viene concessa una seconda possibilità. Non sarà più come prima, se non altro perché col calcio l’ex centrocampista non potrà ricominciare. I segni il neurocitoma al ventricolo sinistro li ha lasciati e rendono impossibile calcare nuovamente un campo di gioco a livello professionistico.

Chi è Simone Muratore: la Juve e la Champions con Sarri

Nella vita le cose possono cambiare repentinamente. Muratore lo sa bene. Cinque anni fa era un ragazzo in rampa di lancio. Simone giocava nelle giovanili della Juventus, in quell’under 23 che muoveva i primi passi nel nuovissimo progetto che poi sarà la Next Gen bianconera. Poi l’esordio in prima squadra. Maurizio Sarri lo aveva portato con sé a Leverkusen per la trasferta della sua Juve contro il Bayer in Champions League. Al centrocampista furono concessi una manciata di minuti, significativi anche se davvero pochi. Subentrò a Juan Cuadrado al 92′ e a lui sembrò di toccare il cielo con un dito. In totale saranno 4 le presenze in prima squadra coi bianconeri.

Nel giugno 2020, alla ripresa del campionato dopo la pandemia di coronavirus, debutta in Serie A, nell’ampia vittoria per 4-0 della Juve contro il Lecce, subentrando al 77′ a Federico Bernardeschi. Disputa complessivamente 4 presenze, vincendo lo scudetto, l’ultimo del ciclo di 9 targato Agnelli. In seguito Muratore si trasferì all’Atalanta, una garanzia per i giovani. Ma i programmi per il cuneese erano purtroppo differenti. Non gioca mai, scende in B con la Reggiana dove segna i suoi primi gol da grande, saranno due in totale, l’anno successivo va in prestito in Portogallo al Tondela ma gioca solo due gare perchè la malattia incalza e Simone deve curarsi.

L’addio al calcio con una lettera che è insegnamento per tutti

Se il calcio è finito, quello che ha vissuto Simone Muratore lo porterà sempre con sé. Fino ad arrivare ad essere grato alla vita, per l’opportunità concessagli. La sua lettera, affidata alla pagina personale di Instagram è un grande insegnamento per tutti:

Sono passati 3 anni da quel giorno, una notizia arrivata a ciel sereno che ha cambiato la mia vita e quella di chi mi sta attorno. Neurocitoma al ventricolo sinistro. Attimi di pensieri, di domande, di rabbia. Non ho mai versato una lacrima, ho sempre cercato di farmi vedere forte agli occhi degli altri, dal giorno della notizia fino alla notte prima dell’intervento, in camera con mia mamma, la donna più forte che abbia mai conosciuto, quando sono scoppiato a piangere come un bambino, con la paura di non risvegliarmi più o comunque di svegliarmi e non essere più lo stesso di prima”

“Sono stati giorni, settimane, mesi, anni di sofferenza. Ho dovuto reimparare a parlare bene, camminare, a correre, scrivere, leggere, contare, era come se fossi tornato un bambino e ho dovuto ricominciare tutto da capo, dal giorno zero. Ci sono stati giorni che facevo fatica anche ad alzarmi dal letto nonostante mi sentissi già meglio. Oggi metto un punto alla mia carriera da giocatore, ci ho provato fino alla fine a tornare, ci ho messo lacrime e sudore, ma non ero più come prima, ringrazio la società Juventus, Atalanta e Tondela per essere state accanto. Impari a dare importanza alle cose quando sei a un passo dal portele perdere. La vita è un dono meraviglioso“.

L'ex Juventus Simone Muratore dopo il tumore si arrende a 26 anni: la straziante lettera d'addio al calcio Fonte: Ansa

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