Grazie alla squadra di ciclismo capitanata da Giuseppe Saronni il marchio ha fatto il giro del mondo. Ora, però, per la Del Tongo, la più grande industria di cucine dell’Aretino, è arrivata la parola fine, dopo una storia durata più di 60 anni. La sentenza di fallimento è stata ufficializzata dal giudice Antonio Picardi.
La Del Tongo era da anni in concordato di continuità: la proprietà continuava a gestire la fabbrica di Tegoleto, vicino ad Arezzo, affiancata da un gruppo di commissari.
A raccontare la vicenda è stato ‘Il Tirreno’: “Per una parte del concordato, tuttavia, era stato nominato un liquidatore, il commercialista Alessandro Sabatini, che ha ritenuto ci fossero nella contabilità aspetti che non tornavano, sull’anticipazione delle imposte. A quel punto ha inviato la sua relazione in procura. Del caso si è occupata il Pm Julia Maggiore che ha poi avanzato l’istanza di fallimento sulla base della quale si è svolta l’udienza dell’11 gennaio. Lì la proprietà si è presentata con un proprio piano, opponendosi all’istanza con memorie presentate dagli avvocati Stefano Tenti, Luca Berbeglia e Roberto Cordeiro Guerra, professore di diritto all’università di Firenze. Ragioni che evidentemente non hanno convinto il giudice Picardi. E così, a distanza di quindici giorni, è arrivata questa ennesima dichiarazione di fallimento, una delle più eccellenti mai decise dal tribunale” vi si legge.
Il quotidiano toscano ha anche raccolto le impressioni di Laura Del Tongo, figlia di uno dei fondatori, Pasquale, e apparsa assai provata. “Non è possibile, stavamo vedendo la luce in fondo al tunnel dopo anni difficilissimi. Eppure gli stipendi li abbiamo sempre pagati, comprese le ultime tredicesime. Adesso ci sono sessanta famiglie che soffrono con noi di questa situazione drammatica. Dire che eravamo pronti a conferire altri beni di famiglia. Non sempre l’andamento dell’azienda era stato in linea col piano di rientro, ma finalmente stava arrivando un po’ di ripresa. Le cose stavano migliorando ed invece ecco questa mazzata che fa sparire un altro nome storico della nostra economia” ha raccontato.
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