Johan Museeuw, campione del mondo belga del 1996, dalle pagine della rivista Humo ha parlato del burrascoso passato, della confessione di doping e delle conseguenze di queste sue parole: “Dopo quella confessione ho pensato al suicidio. Ero nella mia automobile, parcheggiata di fianco a un canale e mi dicevo ‘Ne ho abbastanza, ora mi butto’. Una voce dentro di me però mi diceva di non farlo e le ho dato retta. Ma quello rimane il capitolo più duro di tutta la mia vita. Una volta confessato, mi sono sentito sul fondo della buca. Ero disorientato, ma quello era il prezzo da pagare. Non potevo più vivere nascondendo quei segreti. Sono stato uno dei primi corridori della mia generazione a confessare”.
E poi ha aggiunto: “Anche nei momenti più difficili è stata comunque la bicicletta a salvarmi. Mi sono sentito solo e depresso. Per quattro anni sono andato alla ricerca di me stesso. Ma ne sono venuto fuori e da quel momento mi sono sentito più forte”.
Museuuw infine provoca tutti, in particolare gli organizzatori del Tour de France: “Innanzitutto, questo sport deve smetterla di guardare al passato, inoltre, Lance Armstrong non è più il benvenuto al Tour de France mentre Richard Virenque è ancora nell’Albo d’oro, con i suoi posti sul podio. Mi chiedo: qual è la differenza fra i due?”.