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Ciclismo, Wiggins è sul lastrico e accusa chi ha "gestito" i suoi soldi. Thomas intanto va... a tutta birra

Il vincitore del Tour 2012 Wiggins è sull'orlo della bancarotta: ha accusato alcuni soci in affari di averne sfruttato il nome e poi averlo abbandonato

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Dalle stelle alle stalle, anche se Bradley Wiggins a leggere una frase come questa un po’ se la prenderebbe sul personale. Perché magari non ha nemmeno tutte queste responsabilità che oggi gli vengono addossate, pensando alla crisi finanziaria che ormai da qualche anno l’ha coinvolto.

Il vincitore del Tour de France 2012, nonché capace di mettere al collo cinque medaglie d’oro olimpiche nell’arco di 12 anni (da Atene 2004 a Rio 2016), non se la passa granché bene: avrebbe accumulato un milione di sterline di debito con la Wiggins Rights Limited, società che dal 2020 è sotto commissariamento e che oggi rischia di portarlo sull’orlo di un’incriminazione per bancarotta fraudolenta.

La difesa di Wiggo: “In crisi per la negligenza d’altri”

Wiggins s’è difeso dalle accuse e dalle malelingue, che specie nella terra di Albione non sono mai troppo “leggere” con chi si macchia di certe colpe. Ha spiegato di essere rimasto vittima di una frode, usando anche termini abbastanza diretti:

“Mi ritrovo in questa situazione non a causa mia, ma per la negligenza di altri, che hanno finito per far sì che oggi mi ritrovi a dover affrontare un mucchio di m… collegata al mio nome. Purtroppo è capitato a me, come a tanti altri sportivi importanti, di mettere i propri soldi nelle mani delle persone sbagliate.

Questa cosa sta andando avanti da un po’ di tempo, senza una fine apparente in vista, e il mio nome è stato utilizzato solo per far si che qualcuno ne ricevesse un profitto. Per questo ho deciso di passare all’azione, affidando ai miei legali ogni tipo di rivendicazione contro coloro che hanno prodotto questo casino”.

I ricordi: il trono dorato e il podio degli sportivi più ricchi

La situazione della società di Wiggo è stata definita quasi del tutto compromessa dai curatori che hanno preso in mano il fascicolo, complice l’ammontare dei debiti riferiti ai prestiti contratti dall’ex corridore del Team Sky. Che in un tentativo quasi disperato di provare a risolvere le cose nel minor tempo possibile ha provato anche a mettere all’asta i diritti d’immagine della sua stessa azienda, senza però trovare acquirenti disposti a farsene carico.

Una situazione di cui Brad avrebbe fatto volentieri a meno, anche perché stride enormemente con la popolarità e i successi ottenuti nel passato, tanto che oggi l’immagine di Wiggins seduto su un trono ricoperto d’oro dopo l’ennesimo trionfo olimpico ottenuto a Londra nel 2012 (l’anno magico del successo al Tour) stride pesantemente con la realtà.

Wiggo a metà del decennio passato era diventato il terzo sportivo britannico per patrimonio netto, stimato intorno ai 13 milioni di sterline (davanti a lui solo il tennista Andy Murray e il golfista Justin Rose). Perché oltre ai successi nel ciclismo aveva saputo attirare l’attenzione di molti marchi prestigiosi, da Skoda (legata da sempre al pedale) a Fred Perry, oltre all’ammirazione di un intero paese, con l’allora Regina Elisabetta II che lo investì anche della carica di baronetto, tanto che nel tempo per tutti Wiggins è diventato Sir.

Adesso però il cronoman nato in Belgio e figlio dell’ex corridore Gary (nacque a Gand proprio perché all’epoca il padre stava correndo la Sei Giorni di Gand e aveva tutta la famiglia al seguito) deve affrontare una sfida davvero dura, forse la peggiore che abbia mai affrontato in carriera.

Intanto Geraint Thomas va… a tutta birra!

Per un britannico che rischia di finire sul lastrico, ce n’è un altro che invece si gode la vita in questo sparuto tempo di pausa, in attesa di andare in ritiro e preparare le gare della stagione 2024. È il caso di Geraint Thomas, che tra il serio e il faceto ha ammesso che nelle ultime due settimane è tornato a casa sbronzo 12 sere sulle 14 disponibili.

“Da quando sono rientrato a Cardiff non c’è stato giorno in cui un amico mi abbia detto di andare a fare quattro chiacchiere davanti a una pinta, e allora è capitato spesso di tirare a fare tardi. Ma è una cosa di cui ho bisogno per staccare la spina dopo una lunga stagione di corse e sacrifici, e anche se ammetto che bevendo pochissimo durante l’anno ho finito per sviluppare una resistenza un po’ più fiacca all’alcol, di sicuro posso dire che per l’animo è stato rigenerante”.

La ricreazione però è terminata: Geraint, che nel 2024 punta a conquistare il Giro d’Italia dopo aver chiuso secondo a una manciata di secondi da Roglic nell’ultima edizione, ha già fatto sapere di essere risalito in bici, pronto a lavorare in funzione della nuova stagione.

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