L’estate calcistica 2018 per il calcio italiano resterà indimenticabile. Ma non in positivo. Perché sarà anche vero che abbiamo accolto Cristiano Ronaldo, ma dall’altra parte siamo stati costretti a guardare da casa il Mondiale, per la prima volta da 50 anni, peraltro in un’edizione non esaltante sul piano tecnico, senza dimenticare il caos senza fine sui campionati, tra format ignoti a metà settembre e grandi piazze costrette a ricominciare dai dilettanti. Per fortuna però c’è pure qualche altra piazza dove si sogna, come il Monza che sta per diventare di proprietà di Silvio Berlusconi, con l’obiettivo più o meno dichiarato di scalare le categorie nel minor tempo possibile. Fatto sta che ad agosto sono volati via 53 campionati di Serie A, quelli disputati insieme da Avellino, Bari e Cesena, tutte relegate in Serie D.
Il progetto più intrigante è quello dei pugliesi, che ripartiranno sotto la guida di Aurelio De Laurentiis, ma la società per la quale hanno giocato campioni come Zvone Boban e Antonio Cassano, Gianluca Zambrotta e Leonardo Bonucci, è stata a un passo dal ripartire grazie a Massimo Moratti. Intervistato da ‘Il Giornale’, l’ex presidente dell’Inter ha ammesso di essere affetto da “nostalgia da calcio”, proprio come Berlusconi e Galliani: “Qualche tempo fa mi hanno offerto il Bari adesso ceduto ad Aurelio De Laurentiis. Ne ho discusso per qualche giorno con mio figlio lusingato dall’offerta, poi abbiamo deciso di rinunciare”.
Curioso il motivo che ha spinto Moratti a desistere: “Ho rinunciato non per la distanza geografica dalla Puglia, ma perché mi conosco bene e so quali sarebbero stati i passaggi dopo il primo intervento. Ad esempio: non vuoi farti galvanizzare dall’idea di acquistare un campioncino brasiliano o uruguaiano? E così avremmo finito con lo spendere molti più denari di quelli preventivati”.
Insomma, proprio quel troppo amore che alla fine è costato l’addio, quasi forzato all’Inter. Troppo amore, cioè passione, la molla che, secondo Moratti, ha spinto Berlusconi a tornare nel calcio: “La spiegazione è una sola e si chiama passione. Si tratta di una iniziativa simpaticissima che può determinare un grande risveglio d’interesse per la Brianza, per il campionato e per tutti quei settori che rimetterà in moto. Sicuramente metteranno mano allo stadio e potenzieranno la squadra, partendo dalla conoscenza che Galliani ha della città e anche della storia recente della società”.
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