Intervistato da “Oggi è un altro giorno”, programma di Rai Uno condotto da Serena Bortone, il presidente del Coni Giovanni Malagò è tornato a parlare della favolosa avventura di Tokyo 2020: “Cosa si prova ad essere il più medagliato della storia del Coni? Felici e orgogliosi. Si ricorda di aver fatto un ottimo lavoro anche se molto complicato, vivevamo in questa mega bolla. Se l’organizzazione non fosse stata così rigida ci sarebbero stati problemi grossi, da loro non ci sono le nostre polemiche No Vax o Vax, volevano evitare che chi veniva da fuori non gli portasse problemi in casa. Di solito alle Olimpiadi ci vanno circa 130mila persone ma noi eravamo un terzo. Non potevamo uscire dal villaggio olimpico salvo negli impianti sportivi dove c’erano competizioni e se facevi dieci metri per strada ti arrivava il warning”.
Malagò ha ironizzato sull’oro di Jacobs: “Ero felice, poi è arrivato subito dopo l’oro di Tamberi. Essere il presidente della squadre dell’uomo più veloce e di quello che salta più in alto, sembrava l’allineamento dei pianeti, è stato clamoroso”.
Tema caldo le Olimpiadi invernali a Pechino: “Prenderemo la bandiera per il passaggio di consegna per Milano – ha proseguito Malagò -. Ci sarà il pubblico ma solo cinese, e potremo andarci senza fare la quarantena, ma credo che sia già un grandissimo risultato”.
Malagò chiude parlando del futuro: “Non posso più ricandidarmi. Ho tre anni di tempo e qualcosa in testa ce l’ho ma a differenza di Lucrezia che è andato a raccontarlo preferisco non dirlo se no succede un casino. Politica? No, sui compromessi non sono fortissimo”.