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Sinner, la residenza a Montecarlo scatena un attacco brutale. Jannik “solo” agli US Open, la spiazzante decisione di Cahill

Il numero 1 del mondo, dopo la vittoria di Wimbledon, ancora nel mirino per la residenza fiscale a Montecarlo: stavolta la sfuriata è di Mario Giordano. E Cahill decide di prendersi una pausa

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Gerry Capasso

Gerry Capasso

Giornalista

Per lui gli sport americani non hanno segreti: basket, football, baseball e la capacità innata di trovare la notizia dove altri non vedono granché

Niente Toronto per Jannik Sinner. Il numero 1 al mondo si è goduto qualche giorno di vacanza prima di tornare a Montecarlo e cominciare la preparazione in vista degli appuntamenti negli Stati Uniti con la tappa di Cincinnati prima e poi con lo US Open, ultimo slam della stagione. Ma anche lontano dai riflettori, tutti parlano del tennista altoatesino, anche un po’ a sproposito.

L’ennesimo attacco sulle “tasse”

Sinner è diventato uno dei protagonisti della vita pubblica italiana, un personaggio che ha valicato i confini dello sport. E con questo arrivano gli scrutini sulla sua vita personale, come sta accadendo per la presunta relazione con Laila Hasanovic, ma anche su altri aspetti della vita del campione. Come spesso capita uno dei fattori che più di frequente finisce sotto i riflettori è quello economico e dopo il ricco montepremi conquistato a Wimbledon, non poteva mancare il solito attacco sulla residenza fiscale a Montecarlo.

Stavolta la sfuriata, dal tono decisamente populista, arriva dal giornalista Mario Giordano in una lettera a Panorama: “Lei è un fenomeno – scrive – su questo non ci piove. Ma sarebbe ancora più fenomenale se facesse una scelta controcorrente: restituire qualcosa a questo Paese anche col portafoglio. Da quando abbiamo capito che lei è un campione, l’abbiamo eletta a simbolo dell’italianità, anche se parla tedesco. Anche se vive a Montecarlo. Perché noi italiani siamo capaci di voler bene anche a chi ci lascia solo le briciole”.

L’invettiva del giornalista continua: “Wimbledon rimarrà negli annali dello sport. Ma se lei pagasse le tasse in Italia resterebbe nei cuoi come chi ha fatto qualcosa di straordinario anche fuori dal campo. Diventare il numero 1 è un’impresa. Ma diventare il primo sportivo di successo che decide di rimanere fedele anche fiscalmente all’Italia, questa sì che sarebbe una rivoluzione”.

La decisione di Cahill

Niente US Open per Darren Cahill, è questa la scelta emersa nelle ultime ore riguardo il team di Jannik Sinner. Il supercoach australiano ha accompagnato il numero 1 del mondo in ogni torneo al suo rientro dopo la squalifica per il caso clostebol, mesi di grande impegno e lavoro per riuscire a recuperare quei tre mesi lasciati per strada. Per questo motivo l’australiano ha deciso che non sarà nel box di Sinner nel corso della tournée americana e non sarà presente neanche agli US Open, ultimo slam della stagione.

Una scelta che però non deve essere letta come un indizio sul futuro di Cahill, anzi. Forse proprio questa pausa potrebbe essere un segnale in più verso la permanenza nel team. Nelle ultime settimane infatti si è vociferato della possibilità di una “proroga” del ritiro di Cahill che potrebbe rimanere accanto a Jannik anche nel 2026 ma con un ruolo più ridotto e minore partecipazione alle trasferte.

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