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Crisi Juve, Baldini non è Allegri: due dimissioni dopo il trionfo e spiega il perchè

C'è chi nel mondo del calcio, a differenza di Allegri che non ha mollato la panchina della Juventus nel momento di massima difficoltà, ha mollato due volte, Silvio Baldini, prima Palermo ora Perugia. La sua storia

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Luca Fusco

Luca Fusco

Giornalista

Giornalista multimediale. Quando si accendono i motori, lui sgasa, impenna, derapa. E spesso e volentieri finisce sul podio

Dimettersi o non dimettersi, questo il dilemma. Più che altro è stata la speranza, lo è tutt’ora, di molti tifosi della Juventus che da un paio di mesi, ma anche dalla scorsa stagione, hanno invaso i social con l’hashtag #AllegriOut chiedendo a gran voce all’allenatore della Juventus di togliersi di torno vista la sua presunta incapacità a dare un gioco alla squadra bianconera e uscire dalla crisi di queste settimane. Invito rispedito al mittente, dallo stesso Andrea Agnelli che ha confermato più volte Max sulla panchina. Eppure c’è chi nonostante i fasti dei successi recenti, si è dimesso per ben due volte in pochi mesi. L’anti-Allegri potremmo definirlo, Silvio Baldini.

Juve guarda Baldini: dimissioni bis, Palermo e poi Perugia

La scorsa estate Silvio Baldini ha sorpreso tutti. A pochi mesi dall’euforia per aver portato il Palermo in serie B con una grande cavalcata culminata con la vittoria dei playoff di serie C, l’allenatore toscano ha “tolto il disturbo” non credendo più nel progetto rosanero. Lo ha fatto alla maniera sua, senza fronzoli, da uomo vero, da allenatore di un’altra epoca, estemporaneo e sui generis, in campo e fuori.

Poche settimane e poi un nuovo ingaggio. Lo chiama il Perugia, sempre in serie B, che ha appena esonerato Castori autore di una falsa partenza. Baldini accetta. Altra piazza importante da serie A sulla carta. Ma fa peggio di Castori. Tre partite, tre sconfitte: contro Pisa (1-3), Como (0-1) e appunto Sudtirol. Ed allora Baldini toglie nuovamente il disturbo: “Questa squadra non è una famiglia – dice dimettendosi – Non vedo possibilità di vedere le cose a lungo termine con il cuore”.

Baldini spiega le dimissioni, le parole per la figlia disabile

A qualche giorno di distanza dalla seconda dimissione in pochi mesi, La Gazzetta dello Sport ha intercettato nuovamente Silvio Baldini tornato immediatamente alla sua vita, nella nebbia delle sue Apuane intento ad andare a funghi tra Borgotaro e Berceto, il paese di Stefano Pioli. L’allenatore divenuto famoso anche per il calcio rifilato a Di Carlo in un lontano Parma-Catania di serie A, ha così spiegato alla rosa la sua decisione e lo ha fatto con parole sue, alla sua maniera enfatica:

“Il tempo è il bene più prezioso, se non ce l’hai vuol dire che non esisti. Il mio tempo a disposizione è sempre meno, non mi va di sprecarlo. A 64 anni non desidero altro che vivere alla mia maniera, essere fedele a me stesso, al mio bisogno di emozioni forti. […] Tornare? Se poi si creano le condizioni giuste… Quando verrà la decadenza insopportabile del corpo farò come i cani e i capi indiani. Mi allontanerò, andrò a morire per i fatti miei in montagna. La Signora vestita di nero verrà a prendermi e io l’aspetterò […] Valentina, la mia figlia disabile, è stata la chiave di tutte le mie scelte. Se sono quello che sono è perché e lei a dirmi che sono nella strada giusta”.

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