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Damiano Tommasi, nuovo sindaco di Verona: la storia del mediano che ha vinto lo Scudetto

Neo primo cittadino di Verona, ha vinto contro la diffidenza di una certa parte della città e della politica

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Elisabetta D'Onofrio

Elisabetta D'Onofrio

Giornalista e content creator

Giornalista professionista dal 2007, scrive per curiosità personale e necessità: soprattutto di calcio, di sport e dei suoi protagonisti, concedendosi innocenti evasioni nell'ambito della creazione di format. Un tempo ala destra, oggi si sente a suo agio nel ruolo di libero. Cura una classifica riservata dei migliori 5 calciatori di sempre.

Nell’era digitale, Damiano Tommasi ha scelto di girare e chiedere porta a porta per i quartieri di Verona il sostegno decisivo nel ballottaggio che lo ha investito, autentico outsider, sindaco della città.

Una svolta, una scelta controcorrente, una vita politica da mediano anche fuori dal campo: “Ora si volta pagina”, ha continuato a ripetere Tommasi in una sorta di leitmotiv di questa campagna elettorale.

Il migliore della Roma da Scudetto

La politica, a modo suo, l’ha sempre perseguita con la tenacia dei suoi ideali, forse silenziosi, forse ancora radicati in quella cultura contadina e per alcuni influenzata e molto dagli insegnamenti di Don Milani che, tra le tante cose, sarebbe riuscito a far eleggere primo cittadino un mediano.

Un giocatore eccellente, il perno del gioco della Roma da Scudetto con Totti, De Rossi, Batistuta ma per appropriarsi di un’analisi veritiera quanto inappuntabile come quella argomentata da Verdone, in un dialogo già di culto in “Vita da Carlo”, è stato comunque sottovalutato in una stagione che poi è stata la migliore della sua carriera.

La carriera nell’Assocalciatori

Centrocampista atipico lo definì l’allenatore Fabio Capello, ha detto uno che di calcio ha vissuto e ne capisce assai con una abnorme esperienza alle spalle.

E in effetti, Tommasi ha esercitato la sua intelligenza tattica anche nella politica, ricoprendo ruoli atipici per uomini della sua levatura: dopo una breve carriera da dirigente, ha compreso che quella non sarebbe stata la sua strada e ha intrapreso la via dell’Assocalciatori, intuendo che l’emergenza di temi e istanze da parte della categoria andavano proposte altrove, in una sede consona.

Tommasi sindaco di Verona

Insomma, si è quasi inventato un mestiere senza bruciare le tappe che lo hanno condotto a guidare Verona ex baluardo del centrodestra e della Lega: ha atteso un’epoca matura, una chiave elettorale consona e opportuna per un elettorato più vicino alle sue linee guida (o meno convinto degli avversari).

Da uomo collante di rara qualità aggregativa, è riuscito ad unire realtà partitiche e di movimento poco prossime, almeno fino alla decisione di investirlo ufficialmente della candidatura a sindaco: sei liste, la sua personale (la più votata al primo turno), e poi il Pd, i partiti di sinistra e il centro di Calenda, più esponenti del M5S senza simbolo.

Le scelte di vita di Tommasi

“Abbiamo superato gli steccati”, ha detto da neo eletto. L’Associazione calciatori, l’istituto scolastico ispirato a don Milani, che ha fondato con la moglie Chiara, la famiglia numerosa con sei figli: una politica di preparazione che in troppi hanno sottovalutato, almeno per quanto si è andato edificando nell’elettorale che ne ha decretato la vittoria.

Ora Tommasi dovrà occupare la sedia di primo cittadino, dopo una pandemia e una certa sfiducia nei personaggi noti della politica, per sostenere quanto affermato nel suo programma. Da uomo di campo dovrà impostare e dimostrarsi più generoso che protagonista.

E avvalersi delle qualità di mediano che, nella gestione della cosa pubblica, occorrono tanto quanto sul rettangolo di gioco.

Damiano Tommasi, nuovo sindaco di Verona: la storia del mediano che ha vinto lo Scudetto Fonte: ANSA

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