L’attaccante del Manchester David Silva ha ripercorso i mesi da incubo passati a causa della salute del figlio, il piccolo Mateo, nato prematuro quando aveva appena 25 settimane e rimasto in ospedale.
“Ho trascorso cinque mesi viaggiando tra Manchester e la Spagna. E’ stata dura, pensavo continuamente alle sue condizioni. Era difficile allenarsi, dormire bene e alimentarsi in modo corretto perché la mente era sempre altrove. L’unica cosa che mi faceva svagare erano le partite, ma dopo i 90′ tornavo a pensare solo a una cosa. Adesso per fortuna sta bene, cresce a vista d’occhio”.
“Quando si ha un problema così non si riesce a concentrarsi al 100% sul proprio lavoro perché finisci inevitabilmente per pensare solo a quello. Quando entri nello spogliatoio guardavo il telefono e iniziavo a chiedermi ‘Che starà succedendo? Starà migliorando? Che succederà?'”.
“Adesso Mateo sta bene, ma devo vigilarlo tutto il tempo. I dottori stanno facendo varie prove, incrocio le dita perché tutto vada bene. Ora sono molto felice, mi sento pronto per la nuova stagione. Quello che è successo ha cambiato la mia forma di pensare alla vita, le mie priorità sono cambiate. Però, quello che non è cambiato è la mia maniera di vedere il calcio”.
Sul suo futuro: “Nonostante l’interesse di Barcellona e Real Madrid, e nonostante la mia nazionalità spagnola, andare al City è stata la decisione migliore che potessi prendere. Mi hanno cercato a lungo, ricordo che vivevo ancora con i miei genitori, loro stavano divorziando, e io ho cominciato questa nuova esperienza. Il futuro? Vorrei chiudere al Las Palmas, squadra della mia isola, ma ho ancora due contratto con il club inglese e poi si vedrà”.
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