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Diego Fuser: Sogno di andare alle Olimpiadi con il foot golf

L’ex giocatore di Milan, Lazio e Parma è il presidente della federazione di un nuovo sport e se ne fa promotore

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Per uno che ha rincorso un pallone fino a 40 anni suonati e oltre, giocando anche in serie D col Canelli dopo una carriera gloriosa (dagli esordi col Torino, passando per Fiorentina, Milan, Lazio, Parma e Roma con un palmares di tutto rispetto: 25 presenze in Nazionale, 2 Scudetti, 2 coppe Italia, 2 Supercoppe italiane, una Coppa Uefa, una Coppa dei Campioni e una Intercontinentale) è una svolta epocale. Diego Fuser passa dai palloni alle palline. La sua nuova passione si chiama foot golf. Uno sport che ha le stesse regole del golf, ma che si gioca calciando un pallone 5. Fuser è anche il presidente della Federazione foot golf, una carica che ricopre dal mese di gennaio, una passione che ha preso il posto delle macchinine, l’amore che aveva da bambino.

Dalla pista per macchinine ai campi di foot golf

Fuser gestiva dalle parti di Asti una pista per macchinine, piccoli bolidi telecomandati in grado di raggiungere anche gli 80 km/h: “Andavamo sempre in giro il sabato pomeriggio per divertirci, solo che dovevamo fare ogni volta 100km per andare in una pista decente. Così ci siamo detti: possibile che non riusciamo a fare una pista qui vicino ad Asti? Combinazione, abbiamo trovato un campo di calcio abbandonato e siamo riusciti a creare questa struttura”.
Poi la nuova folgorazione. Come si è avvicinato al mondo del foot golf? “Mi sono avvicinato grazie a un amico che tre anni fa mi ha chiesto se volessi giocare con loro e a poco a poco è iniziata la passione per questo nuovo sport. Mi sono bastate poche partite per innamorarmi e iniziare a giocare. La mia idea è di rendere il foot golf uno sport con un riconoscimento ufficiale. Voglio cercare il riconoscimento del Coni e mi piacerebbe un giorno arrivasse alle Olimpiadi. È un gioco che richiede abilità e fortuna, ma al quale soprattutto possono partecipare tutti”.

Per Fuser l’Italia può far bene agli Europei

Il calcio però non si dimentica, da spettatore (“A breve inizieranno gli Europei. Penso che potremo toglierci delle soddisfazioni. L’Italia è una squadra ben messa in campo”) e non solo: “Dopo le soddisfazioni che mi sono preso in serie A ho anche voluto cimentarmi con altre categorie. Perfino la serie D, a Canelli, alla quale sono arrivato grazie a Lentini, mio ex compagno di squadra nel Torino, che mi aveva convinto a giocare a calcio con loro. In poco tempo abbiamo creato un bell’ambiente”.
Quello che successe dopo non lo dice ora ma lo si sa. la Nicese come giocatore allenatore e alla bella età di 44 anni anche il Colline Alfieri Don Bosco, squadra di Promozione, fino al 2012 quando già era successa la peggiore disgrazia della sua vita. Diego Fuser ha perso, quando aveva solo 15 anni, il suo primogenito: Matteo, malato da piccolo. Al Corriere ricordò quei giorni cupi: “Dopo la morte di mio figlio il calcio dei dilettanti mi ha aiutato molto”. Proprio all’apice della sua carriera calcistica ha vissuto la sofferenza di vedere suo figlio combattere contro la malattia: “L’unica cosa che ci ha permesso di andare avanti, nel mentre, era per me e mia moglie pensare a chi stava peggio di noi”.

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