Fukuoka, Giappone. Giorno 5. Ce ne facciamo una ragione. L’Italia da vasca oggi si prende del tempo. A medaglia non ci andiamo. Inutile anche l’appello ai miracoli: nessun azzurro nelle finali in programma. Qualcosa si muoverà in un paio di semifinali. Sofia Morini nei 100 stile libero e Martina Carraro nei 200 rana.
C’è uno straordinario fermento, in Oriente, intorno al concetto dello spazio e del tempo: in Occidente esistono su dimensioni differenti mentre in Giappone vivono di vita simbiotica e restituiscono una fisionomia necessaria anche all’intervallo. Il senso – intrinseco, estrinseco, inclusivo, esclusivo – della pausa. Guai a sottostimare l’attesa.
Il nostro “ma” è congiunzione avversativa, introduce il senso della limitazione. Stringe il campo, lo recinta. Diremmo: quinto giorno di Mondiali in vasca MA l’Italia sta a guardare.
Invece dalle parti di Fukuoka, Tokyo, Osaka, Nagoya nell’universo mondo del Ma si diramano dimensioni parallele: l’estetica, l’arte, la filosofia.
Ma: spazio vuoto tra due elementi conformati. Si tratta di un termine che il kanji traduce con un logogramma: graficamente, combina la porta e il sole. Una porta che si apre e proietta verso il sole. Eccola, l’attesa nipponica. Il valore della pausa.
L’approccio al vuoto che è pieno di senso. Tutto esiste solo perché, simultaneamente, non esiste nulla. Dire Ma, a Fukuoka, è predisporsi a un’opportunità, sincronizzare. Giorno 5 Italia: la Marine Messe Hall è un Ma irrinunciabile che irrompe adesso per proiettare a domani.
Il resoconto delle batterie: com’è andata all’Italia
La mattina (o la notte italiana) in vasca ha detto delle cose. Per esempio che Sofia Morini ha staccato il pass per le semifinali dei 100 stile femminili. Tredicesima assoluta, il 54’’50 è una marcia di avvicinamento che fa morale perché le consente di refertare un risultato mai raggiunto prima e dà modo all’emiliana classe 2003 di fissare il vero obiettivo, ovvero battere se stessa e quel personale di 54’’21 che è alla portata.
Tanta avarizia dai 200 dorso: aspettavamo soprattutto Matteo Restivo, invece il friulano, primatista italiano, ha fatto tanto peggio di quell’1’56’’29 registrato a Glasgow nel 2018. Oltre due minuti sopra il personale: 1’58’’57 è un maledetto diciassettesimo crono che non dà modo di andare oltre. Fuori anche Lorenzo Mora, 23esimo tempo e prestazione giù di tono.
Lisa Angiolini, che peccato! Fare ciao a tutti con la mano per dire arrivederci, solo perché nemmeno sei riuscita a competere, fa più male di una eliminazione. L’ha fermata il dolore alla spalla, i 200 rana della toscana 28enne non sono mai iniziati. Stessa specialità, altra sorte: Martina Carraro tocca a 2’26’’10, in semifinale ci arriva con il 13esimo crono.
La 4×200 stile libero femminile era chiamata a un banco di prova più grande delle effettive possibilità: c’è di buono che si prova ad aprire un corso nuovo con Sofia Morini, Costanza Cocconcelli, Sara Franceschi ed Emma Menicucci ma gli oltre otto minuti complessivi non sono bastati per mettere i piedi a bordo vasca durante la finale.
Il programma del 27 luglio: semifinali e finali
13.02
200 farfalla femminile, finale
Nessuna italiana in gara
13.11
100 stile libero femminile, semifinali
Sofia Morini
13.21
100 stile libero maschile, finale
Nessun italiano in gara
13.36
50 dorso femminile, finale
Nessuna italiana in gara
13.43
200 rana maschile, semifinali
Nessun italiano in gara
14.03
200 misti maschile, finale
Nessun italiano in gara
14.19
200 rana femminile, semifinali
Martina Carraro
14.33
200 dorso maschile, semifinali
Nessun italiano in gara
14.45
4×200 stile libero femminile, finale
Italia eliminata