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Dybala e Vlahovic nella solitudine dello stadio vuoto: la potenza di questa foto

I due giocatori, seduti in campo dopo il pari della Juve contro la Lazio, si parlano sotto il cielo di Torino nella notte che segna la svolta per entrambi: il nuovo, contestato progetto

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Elisabetta D'Onofrio

Elisabetta D'Onofrio

Giornalista e content creator

Giornalista professionista dal 2007, scrive per curiosità personale e necessità: soprattutto di calcio, di sport e dei suoi protagonisti, concedendosi innocenti evasioni nell'ambito della creazione di format. Un tempo ala destra, oggi si sente a suo agio nel ruolo di libero. Cura una classifica riservata dei migliori 5 calciatori di sempre.

Due ragazzi nella solitudine di uno stadio vuoto che si scambiano qualche frase, sorrisi e si abbandonano a una notte irripetibile, per chi l’ha vissuta, sotto la luna rossa di Torino.

Non sapremo mai, davvero, che cosa si sono detti sull’erba Paulo Dybala e Dusan Vlahovic, in un sovrapporsi di passato e futuro incerto più che mai per entrambi dopo un pareggio che però non ha offuscato né la grandezza di Giorgio Chiellini, alla sua ultima partita allo Juventus Stadium o Allian che dir si voglia, e la commozione fino alle lacrime dell’argentino.

Dybala-Vlahovic, l’immagine simbolo

Vederli così, distesi e insolitamente rilassati è un’immagine potente, per il simbolismo che racchiude in un’era di mezzo che lo stesso allenatore, Massimiliano Allegri ha saputo interpretare parzialmente stretto da società e idee inespresse. E poi c’è quella trattativa per il rinnovo di Dybala che ha marcato la linea di non ritorno e che, con altissime probabilità, porterà a uno strappo con la squadra che lo ha lanciato definitivamente.

L’addio di Chiellini alla Juventus

Cosa ben diversa dall’addio di Chiellini, già cosa fatta, elaborata e con una serenità che si legge a chi ha chiuso un ciclo esattamente come voleva, godendosi una carriera alle spalle superlativa e dai numeri eccezionali.

Paulo, invece, è fuori. E Allegri, a Supertele condotto da Pierluigi Pardo, lo afferma con una leggerezza insolita quasi sollevato e anche se il tono è leggero, stona con questa fotografia che ritrae due ragazzi nel mezzo di un prato senza pubblico a scambiarsi riflessioni, impressioni, forse solo il reciproco scambio di attestati di stima che non conosceremo in profondità. Ma rimarrà cristallizzato in questo frammento di verità.

L’ultima di Dybala: il sostegno e le lacrime

Intanto, fuori dal campo, la tifoseria bianconera che si è riuscita per offrire un tributo a Dybala e all’eterno Chiello applaude e esterna ammirazione verso il giocatore che ha emozionato in sette anni di gioco: Paulo si è prestato firmando autografi, sciarpe, stringendo mani e rispondendo ai richiami sotto la curva dove si è sciolto in un pianto che non ha nulla di liberatorio.

I compagni lo hanno innalzato e lanciato in aria, prima dell’incontro con la sua Juventus, quella dei sostenitori che non hanno condiviso la linea della società che è descritta nel post di addio pubblicato su Instagram.

E che l’ad Maurizio Arrivabene ha riassunto con le ragioni di cassa. Semplicemente scelte, quelle che avrebbero indotto a preferire Dusan Vlahovic al rinnovo esorbitante a loro dire di Paulo Dybala, lasciando sullo sfondo l’operazione Pogba che economicamente parlando non dovrebbe rivelarsi a costo zero, anzi.

La contestazione dei tifosi a Andrea Agnelli

Andrea Agnelli, a fine Juve-Lazio con l’inaspettato pareggio merito di Milinkovic-Savic (obiettivo mai negato della Vecchia Signora), ha subito forse la contestazione più netta e univoca della storia recente della sua presidenza a riprova dell’opinione del pubblico sul presunto, nuovo progetto che ha messo al centro Vlahovic e scartato via una parte dell’identità di quella Juventus vincente della quale rimane assai poco.

Almeno in questa stagione di poche soddisfazioni. E che non ha scalfito la solidità di un gruppo capace di emozionarsi per l’addio del Chiello e abbandonarsi a godersi – per Dybala e Vlahovic – la sensazione che dura un istante appena di sentirsi padroni di quel vissuto narrato da altri, lo stadio vuoto, sotto il cielo di Torino.

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