Partita fondamentale, quella della Juventus all’Allianz Stadium contro lo Zenit: importante soprattutto per il conseguimento del primo obiettivo stagionale, il passaggio del turno in Champions League.
Bianconeri che scendono in campo con un capitano diverso: Massimiliano Allegri affida la fascia a Paulo Dybala, che dopo la sfida contro il Verona aveva richiamato i compagni all’attenzione: “Dobbiamo portare rispetto per questa maglia, per la sua storia e per i grandi campioni che la hanno indossata”.
Uno tra questi senza dubbio Michel Platini, che della storia della Juve ha scritto pagine importanti, indimenticabili.
I bianconeri contro i russi passano in vantaggio all’11’ proprio grazie all’argentino, bravo a battere di controbalzo in area di rigore sugli sviluppi di un calcio piazzato.
Cade a terra, si stende e poggia la testa sul braccio: un’esultanza che ha ricordato a tutti un momento iconico, per un omaggio unico.
L’episodio risale al 1985, Coppa Intercontinentale tra Juventus e Argentinos Juniors: la finale termina 2-2 ai tempi regolamentari, con le reti bianconere di Platini e Laudrup.
Sul punteggio di 1-1, però, il francese si rese protagonista di uno dei gol più belli della sua carriera: palleggio di destro, scavalcando due difensori e sinistro all’incrocio.
Tutto bello, ma inutile: l’arbitro annulla la rete. Platini, in esultanza, si stende e reagisce ironicamente poggiando la testa sul braccio, in segno di polemica. Dybala ha ripreso quel momento iconico all’Allianz Stadium, con una differenza: questa volta il gol è valido.