“Guardi non è la prima persona che mi fa questa domanda, ma la risposta è la stessa. No. Non ho più stimoli per allenare”. Ha la voce squillante Claudio Gentile ma l’ombra che lo corrode da più di cinque lustri è ancora lì. Non se n’è andata. La domanda era se avesse accettato di rimettersi in gioco accettando la panchina dell’Italia femminile, che resta vacante dopo le dimissioni della Bertolini, tante polemiche e qualche no. Un incastro che avrebbe potuto dare un’altra chance a un tecnico che si è sentito tradito e risolvere un problema che resta aperto per il futuro dell’Italdonne. “No, non ce la faccio proprio”.
Gentile aveva accusato la lobby dei procuratori
Rewind. Facciamo qualche passo indietro. Dopo aver più volte in passato lanciato lo sfogo accorato per essere stato fatto fuori dai giri, di recente Gentile aveva ripetuto a La Repubblica: “Io non so chi mi abbia fatto saltare in aria. Rubavo? Ero corrotto? Ero antipatico? Me lo dicano. Almeno, dopo quasi vent’anni ne saprò finalmente qualcosa in più. Ma poi si preparino alle denunce dei miei avvocati. Avevo minacciato di denunciare alcuni procuratori che volevano offrirmi denaro, molto denaro, per convocare in Nazionale i loro giocatori. Li cacciai tutti! Io stesso non ho mai avuto un agente. Guarda caso, da quel momento qualcuno me l’ha giurata”, confessa Gentile a Repubblica. Procuratori che, lo stesso Gentile, definisce oggi “una lobby come la mafia”.
L’asso-agenti furiosa con Gentile
“Se Claudio Gentile farà subito nomi e cognomi, le sue parole avranno avuto un senso. Altrimenti il suo sarà stato un attacco offensivo alla nostra categoria per cui dovrà rispondere nelle sedi opportune. Se non allena da 17 anni non è certo colpa dei procuratori”. È stato Beppe Galli, presidente di Assoagenti, a replicare all’ex ct della Nazionale U21 che nel 2004 ha vinto l’Europeo e il bronzo olimpico, squadra allenata fino al 2006.
Allora Gentile, possibile che sia lei a passare dalla parte del torto?
“Chiariamo dunque, io non ce l’avevo mica con tutti i procuratori, mi riferivo solo a quelli che mi chiamavano quando allenavo l’Under 21 e mi offrivano soldi per far giocare i loro assistiti. Non ce l’ho con la categoria”
Che però lei non ha mai amato, non ha mai avuto agenti nè da giocatore nè da tecnico
“Ho sempre pensato di essere in grado di gestirmi da solo con contratti, sponsor e tutto, non ho mai avuto bisogno di procuratori. Però posso dire una cosa?”
Prego, dica pure
“Quando il presidente della Salernitana Iervolino ha detto che i procuratori stavano rovinando il calcio perchè nessuno si è ribellato? Nessuno si è offeso? La verità è questa: gestiscono loro, sono arrivati a metà anni 80 nel calcio e vedete ora che potere hanno”
L’amarezza per come è stato trattato in Federcalcio non è passata…
“Sono passato dal dover diventare il ct della nazionale maggiore all’Under 21 al niente in pochi giorni, fate voi. E dopo aver vinto tanto. I miei ragazzi dell’Under quattro anni dopo sarebbero diventati campioni del Mondo. Io so che avrei potuto fare di più come allenatore se non mi avessero fatto fuori”
L’idea di ripartire, magari dalla panchina dell’Italia femminile che fu già anche del suo compagno Cabrini non la stimolerebbe?
“Ho seguito i Mondiali in tv, pensavo che l’Italia ce la facesse a passare il turno, ma per me la storia ormai è chiusa. Sono passati più di 15 anni ma la delusione non è andata via. E quando prendo una decisione non torno indietro. No, grazie, non ho gli stimoli per tornare ad allenare”.