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Eurolega, Milano è veramente schizofrenica: con lo Zalgiris riesce a perdere dopo essere stata a +27!

Milano vive un'altra serata horror: spreca un vantaggio di 27 punti (con 14' da giocare) e un altro di 15 con 5' sul cronometro, cedendo nel finale allo Zalgiris di Trinchieri.

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Schizofrenica è dir poco: l’Olimpia Milano è l’elogio della follia, quella più pura, quella applicata al nonsense. Perché riesce in un’impresa di quelle davvero titaniche: perdere una partita dove a poco più di 10’ dalla fine era avanti di 27 punti (e di 15 con 5′ da giocare), con lo Zalgiris di Andrea Trinchieri già avviato a prendere posto sull’aereo che di lì a poco l’avrebbe riportato in Lituania.

Una debacle totale, forse il punto di non ritorno: per Messina, che credeva finalmente di aver azzeccato una serata senza troppi assilli. Ma anche per un roster che ha palesato evidenti limiti caratteriali, vanificando una dote che più cospicua di così non avrebbe potuto essere.

Dalle stelle alle stalle: Milano, ma cosa hai fatto?

È schizofrenico anche il finale di partita, con lo Zalgiris che trova un parziale di 11-0 che lo riporta a contatto (due triple di Ulanovas, 5 punti di Francisco) e l’Olimpia che perde pezzi tra uscite per cinque falli (LeDay e Ricci) e acciacchi fisici (Dimitrijevic, stoppato nell’azione della possibile parità a quota 83). Dalla lunetta invece i lituani si mostrano freddissimi, e allora Messina non sa più a che santo votarsi.

Perché perdere una partita così equivale davvero a darsi non una, non due, ma forse cento zappe sui piedi. Uno stop pesantissimo nel percorso di crescita di una squadra che non appena alza il piede dall’acceleratore va completamente fuori giri, come dimostra la vorticosa rimonta operata dallo Zalgiris nel quarto periodo (37-16 il parziale).

Qualcosa che spazza via senza attenuanti anche quelle che sembrano cifre piuttosto rassicuranti, come la serata da 17 punti (ma solo 1/5 dall’arco) e 11 rimbalzi di Nikola Mirotic, oppure quella di Leandro Bolmaro, dominante su entrambi i lati del campo almeno fino a quello sciagurato quarto quarto. Che rischia azzerare completamente certezze e prospettive di un’Olimpia che stasera faticherà a prendere sonno.

Una mazzata tremenda, una sconfitta storica

E dire che la rivoluzione rispetto a quanto visto al Pireo un paio di giorni fa era stata totale. Per tre quarti almeno, Milano è sembrata più che mai padrona del proprio destino, offrendo la più bella versione di sé dell’intera annata. Fino a che però non è riaffiorata quell’indole “schizofrenica” (Messina dixit) che ha mandato a ramengo ogni proposito di risalita (85-82 il finale per i lituani).

Il piatto dopo 4 giornate piange miseramente: una sola vittoria (e per giunta sofferta, contro Paris) e tre ko, di cui questo certamente il più pesante di tutti. Subendo una ripassata epica nel finale, al netto peraltro di un paio di provvidenziali canestri di Shields che avevano permesso ai compagni di riprendere slancio (e 15 punti di vantaggio) con ancora 5’ da giocare.

Sembrava il grimaldello per allontanare definitivamente ansie e paure (non i cattivi pensieri), s’è rivelato essere soltanto una mera illusione: perdere era difficile, ma Milano ha reso possibile ciò che umanamente sembrava impossibile.

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