Da questa parte dell’Oceano, sperare di vedere di meglio è decisamente impresa ardua. Perché non saremo ai livelli dell’NBA, ma di certo in Eurolega non è che si va per passare il tempo. E lo spettacolo, ormai lo sanno tutti, è di quelli per palati fini. Una competizione che è cresciuta tanto e che nella stagione alle porte si ripropone come una delle più avvincenti degli ultimi anni, con tanti esuli dai campi NBA tornati per alzare il livello e rendere l’incertezza la degna invitata al banchetto.
Perché sarà pur vero che alla fine il titolo lo vincono più o meno sempre le stesse squadre, ma di sicuro le pretendenti al trono continentale restano tante. Quest’anno, forse anche più della stagione passata.
- Pana e Olympiacos, il derby è (anche) continentale
- Real in disarmo, il Fenerbahce vuol tornare grande
- Chi vuole la final four: il Monaco di James ci crede
- Olimpia e Virtus sono tutte da decifrare
Pana e Olympiacos, il derby è (anche) continentale
Da dov’è che si riparte? Certo dalla final four di Berlino dello scorso maggio, quella dove la tavola sembrava apparecchiata per il back to back del Real Madrid, ma che è diventata l’incredibile palcoscenico per il ritorno in cima alla montagna europea del Panathinaikos di Ergin Ataman, santone turco “prestato” alla causa dei verdi di Atene.
E il Pana quest’anno ripartirà con la voglia di regalarsi un altro giro di giostra: a Oaka hanno fatto le cose in grande, portando alla corte di Ataman nientemeno che Lorenzo Brown (play di passaporto spagnolo: chiedere a Sergio Scariolo quanto abbia fatto le fortune della Roja negli ultimi anni) e Cedi Osman, quest’ultimo di ritorno dopo tanti anni passati in NBA. Ed è tornato dall’America anche Omer Yurtseven, pronto a riprendere possesso dei rimbalzi sotto le plance di mezza Europa.
I rivali di sempre, cioè quelli dell’Olympiacos, hanno dovuto rispondere per le rime: Sasha Vezenkov (per il quale la scintilla con l’NBA non è scattata ai Kings) e soprattutto Evan Fournier rappresentano due innesti di valore assoluto, aspettando il rientro di Keenan Evans (infortunato, ma non ne avrà per molto) che renderà il roster ancora più profondo. Sulla carta, il derby greco si preannuncia infuocato e decisamente elettrizzante.
Real in disarmo, il Fenerbahce vuol tornare grande
Considerare il Real Madrid alla stregua di un terzo incomodo è davvero qualcosa che solo pochi mesi fa sarebbe apparso quasi oltraggioso. Ma alla casa blanca sanno di non essere più la squadra da battere: i ritiri del “Chacho” Rodriguez e di Fernandez tolgono esperienza, quelli di Poirier e il last minute di Yabusele (tornato in NBA ai Sixers) altre frecce importanti, che l’innesto di Ibaka non può compensare.
Almeno inizialmente il Real farà meno paura, meno anche rispetto al Fenerbahce dove è tornato Nick Melli e dove sono arrivati anche Devon Hall, Wade Baldwin e Bonzie Colson, oltre soprattutto a Boban Marjanovic, che ha chiuso la sua avventura in NBA convinto che in Europa potrà ancora recitare un ruolo da assoluto protagonista (e probabilmente non avrà torto).
Chi vuole la final four: il Monaco di James ci crede
La casella delle squadre che possono ambire alla final four contempla diverse pretendenti. Il Monaco, che ospiterà l’Olimpia al debutto, è quella che sembra aver fatto il salto di qualità maggiore: confermato Mike James, ci sono Nick Calathes e Furkan Korkmaz ad alimentare i sogni di grandeur. L’Anadolu Efes non sembra più la squadra capace di vincere due titoli a inizio decennio, ma con la conferma di Shane Larkin e l’arrivo di Vincent Poirier e Jordan Nwora punta a tornare almeno a giocarsi le proprie carte ai play-off.
Cosa che sanno sarà più complicata da fare a Barcellona, dove è andato in scena un vero e proprio reset: debuttante il coach Penarroya, da capire se i soli Punter e Metu possano bastare per guidare un roster rinnovato e un po’ acerbo. Al solito, poi, occhio alle due serbe: la Stella Rossa ha riportato a Belgrado quel Nikola Kalinic che come l’ex virtussino Dobric viene da un’annata in chiaroscuro, il Partizan di Obradovic con Carlick Jones e Iffe Lundberg spera di lottare per qualcosa di importante.
Olimpia e Virtus sono tutte da decifrare
Nel gioco di chi finirà al play-in hanno diritto a poter recitare un ruolo da protagoniste anche le due italiane. Chiaro che Milano e Bologna non partono con i favori del pronostico, ma con ambizioni tali da sperare di poter fare comunque strada.
L’Olimpia ha cambiato tanto: salutato Melli, ripartirà da Mirotic con accanto LeDay, Causeur, McCormack, Dimitrijevic, Bolmaro e Nebo, giusto per citarne alcuni. La Virtus punta forte su Will Clyburn, oltre che sul solito Shengelia, Belinelli e i nuovi Morgan, Tucker e Grazulis. L’Italia da anni non è più una potenza a livello Eurolega (e più in generale FIBA), ma questa è forse l’occasione per provare a spingersi un po’ più in là.
Quanto alle altre, Baskonia (con Laso in panca e la conferme del gigante Moneke) e Zalgiris si candidano al ruolo di mine vaganti. Il Maccabi giocherà ancora una volta in esilio, e con un budget ridotto per le note vicende di guerra, mentre le tedesche (Bayern e Alba Berlino, con gli italiani Spagnolo e Procida) e le altre due francesi (Asvel e Paris) non dovrebbero avanzare troppe pretese in ottica post season.