Da anni il ritornello che si sente è sempre lo stesso: il basket italiano non ha talenti da sfornare, ed è per questo che arrivati nel mondo dei “grandi” i risultati ci abbandonano inesorabili. Ma forse bisognerebbe smetterla di dire che l’erba degli altri è sempre più verde: l’Italia di talenti ne ha e pure in numero cospicuo, ma per diventare “grandi” hanno bisogno di andare all’estero. Vedi Gabriele Procida, che i confini nazionali li ha varcati da anni, ma che stavolta ha deciso di lanciarsi in un salto che mette i brividi al solo pensiero.
- Procida alla corte di Scariolo (e con l'NBA sullo sfondo)
- Spagnolo potrebbe andare... in Spagna, Niang passa dalla Virtus
- Suigo va in Serbia nella squadra che "sgrezza" i talenti
- La meglio gioventù: Sarr, Perez, Lonati e Garavaglia
Procida alla corte di Scariolo (e con l’NBA sullo sfondo)
Perché Procida, 23 anni compiuti lo scorso 1° giugno, nella prossima stagione sarà un giocatore del Real Madrid. Di per sé, questa è già una notizia che non necessita ulteriori delucidazioni: il Real del basket, come nel calcio, è una delle società di riferimento in ambito continentale e dopo 3 anni all’Alba Berlino l’upgrade risulta evidente.
Procida troverà in panchina Sergio Scariolo, lombardo come lui, ma soprattutto potrà confrontarsi con un palcoscenico che mira a competere in ogni competizione, a differenza di ciò che gli proponeva Berlino (che in Eurolega ha sempre remato in fondo). È un’occasione che non poteva rifiutare: resta da capire quanto spazio troverà in corso d’opera, ma la sensazione è che avrà i minuti giusti per dimostrare il suo valore e per riprendere quel filo interrotto con l’NBA, visto che nel Draft 2022 venne chiamato alla 36 dai Blazers, che ne hanno ceduto poi i diritti ai Jazz.
Il salto dall’altra parte dell’oceano sin qui è stato sistematicamente rinviato, ma la sensazione è che questi due anni alle porte potrebbero spalancargli ben altri portoni, naturalmente direzione NBA.
Spagnolo potrebbe andare… in Spagna, Niang passa dalla Virtus
A Madrid, ma nelle giovanili, è transitato pure Matteo Spagnolo, che ha avuto anche la soddisfazione di esordire in prima squadra. Anche lui da due anni è a Berlino e anche lui potrebbe finire però in Spagna, perché l’interesse del Baskonia è piuttosto forte sul giocatore nato il 10 gennaio 2003 a Brindisi. Anche Spagnolo è stato chiamato nel Draft NBA del 2022 (alla 50 da Minnesota) e cerca proprio una vetrina capace di offrirgli l’opportunità di sbarcare in America.
Pensiero che passa anche per la testa di Saliou Niang, reduce dalla Summer League disputata con la maglia dei Cleveland Cavaliers, ma promesso sposo della Virtus Bologna dopo aver fatto faville nell’ultima stagione a Trento.
Niang, classe 2004, è stato selezionato all’ultimo Draft alla 58 e secondo tanti addetti ai lavori nel suo futuro ha uno scenario NBA quasi assicurato, complici anche le sue caratteristiche tecnico polivalenti (ala, ma all’occorrenza pure centro). Come Procida e Spagnolo, anche l’estate di Niang contempla una probabile chiamata a EuroBasket: su di lui Pozzecco (o chi verrà dopo) sa di poter fare grosso affidamento.
Suigo va in Serbia nella squadra che “sgrezza” i talenti
C’è poi chi in età ancora più precoce ha pensato bene di varcare i confini nazionali per concedersi una chance ad alto livello. È il caso di Luigi Suigo, classe 2007, che ha lasciato l’Olimpia Milano (dove non ha mai avuto chance a livello di prima squadra) per abbracciare la fucina di diamanti grezzi che risponde al nome del Mega Superbet di Belgrado, la squadra dove tra gli altri è cresciuto Nikola Jokic.
Suigo l’ha fatto con un’idea ben precisa in testa: arrivare preparato ai prossimi Draft (2027 più che 2026), dove potrebbe essere chiamato in una delle prime posizioni, ricalcando quanto fatto da Victor Wembanyama qualche anno fa quando decise di lasciare l’Asvel Villeurbanne (che giocava in Eurolega) per accasarsi in un club francese come il Metropolitan 92 che gli avrebbe offerto la possibilità di crescere più in fretta e senza assilli.
Tra l’altro fisicamente Suigo ricorda un po’ Wembanyama, e forse anche per questo la voglia di seguirne le orme non è tanto casuale. Rispetto al francese, l’ex Olimpia potrebbe magari transitare per un anno in NCAA e poi rendersi eleggibile nel 2027, ma non è escluso che il processo possa essere accelerato di una stagione saltando la carriera collegiale.
La meglio gioventù: Sarr, Perez, Lonati e Garavaglia
Nell’Under 18 che si appresta disputare i campionati Europei di categoria, sulla spinta anche del trionfo dell’Under 20, sono tanti i prospetti già futuribili. In NCAA ad esempio sbarcheranno nei prossimi mesi Achille Lonati (2007), che ha scelto St. Bonaventure, e pure Maikcol Perez (2007), che ha firmato con Baylor, talmente influente da fargli saltare persino gli Europei per non rischiare di arrivare rotto all’appuntamento.
Senza dimenticare Dame Sarr (2006), fresco sposo di Duke dopo la burrascosa rottura col Barcellona, che su “invito” del nuovo ateneo non prenderà parte a EuroBasket con la nazionale maggiore. C’è poi che, come Diego Garavaglia (2007), potrebbe finire in Germania all’Ulm e rimandare il salto di 12 mesi.
Al netto di tutto ciò, resta una domanda: perché i giovani talenti italiani sono “costretti” ad andare all’estero per emergere? Cos’ha il basket italiano di meno rispetto ad altre squadre estere di medio valore? È solo una questione di visione, strategia e programmazione o c’è dell’altro? Qualunque sia la risposta, non andate in giro a dire che manchino i talenti. Perché direste una bugia bella grossa.