Venne bollato come uno della “combriccola romana” assieme a Gabriele e a Palanca: Massimo De Santis, ex arbitro internazionale, prima di Calciopoli era uno dei fischietti più quotati e in continua ascesa. Poi dopo lo scandalo la sua vita è cambiata, ancora oggi c’è chi per strada lo insulta (“Può capitare, siamo in Italia: il Paese con il maggior tasso di invidia e frustrazione. Capitano ignoranti che confondono persino Calciopoli con il calcioscommesse, quando non si è parlato di partite alterate né ci sono stati vantaggi economici di alcun tipo”). Lui, a distanza di tanti anni, si confessa a La Repubblica.
De Santis e quel gol annullato a Cannavaro
Il suo nome viene sempre ed immediatamente accostato a quella gara tra Juventus e Parma, quando annullò incomprensibilmente un gol a Cannavaro (che giocava con gli emiliani) per quello che passò allo storia come “fallo di confusione”.
“Che c’è stata la continua ricerca di un colpevole in un contesto in cui una sentenza ha detto che i campionati non erano stati alterati. Le indagini non erano indirizzate alla ricerca della verità ma a colpire determinate persone e società. La polemica fu causata anche dal fatto che ero di Roma e forse c’era l’inopportunità della designazione di un romano per una partita che indirettamente interessava la Lazio. Il calcio d’angolo dal quale nasceva la rete, non convalidata per un fallo in attacco, sarebbe dovuto essere in realtà un calcio di rinvio per la Juventus. Se avessi avuto il Var a disposizione, non lo avrei annullato: gol o rinvio dal fondo. Le indagini di Calciopoli nei miei confronti sono partite anche da quella partita. In Italia si ragiona per teoremi: credevano che ci fosse Luciano Moggi dietro a quell’incontro ma in realtà non c’era nulla”.
Massimo De Santis sul fronte penale è stato condannato a 1 anno, e ne ha collezionati anche quattro di squalifica ma tornando indietro rifarebbe tutto: “Credo di sì, sono una persona che trae positività dalle esperienze negative. E sono stato anche un paladino per i colleghi più giovani e ‘deboli’: a Coverciano, anche oggi potrei trasmettere tanto. Anche meglio di qualcuno che lo fa oggi. Non lo dico con presunzione”.
Quel rosso a Del Piero
Una volta ha espulso anche Del Piero: “Era una partita a Udine e prese una doppia ammonizione. Non poteva essere altrimenti, era un giocatore molto corretto e fu assolutamente tranquillo in quell’occasione, quando tirai fuori il rosso. C’erano calciatori come lui talmente bravi che quasi ti dispiaceva espellerli”.
Cosa fa De Santis oggi
Dopo Calciopoli ha cambiato vita, era tra i candidati a succedere a Collina come designatore prima dello scandalo che sancì invece la fine della sua carriera arbitrale: “Continuo a vivere a Roma. Non sono più tornato nel mondo arbitrale perché dopo la squalifica il processo è durato diversi anni, ma mi è capitato comunque di entrare nello staff di diverse squadre: nei campionati dilettantistici del Lazio, a L’Aquila in Lega Pro e all’Ascoli in B lo scorso anno, dove rivestivo il ruolo di club manager, un collante fra la parte societaria e quella tecnica. Ora non so se continuerò, mi dedico al lavoro e alla famiglia. Sono avvocato: ho iniziato fra il 2010 e il 2011. Calciopoli mi ha dato l’input per buttarmi su altro e cambiare. Sicuramente quell’esperienza e la mia difesa mi hanno portato ad appassionarmi, anche perché ero già laureato in Giurisprudenza, e ora collaboro con più professionisti”.