Il nome di Gourav Mukhi resterà scolpito per sempre nella storia del calcio, indiano e non solo. In verità la storia dell’ormai ex giocatore del Jamshedpur, squalificato per aver falsificato la propria data di nascita, è comune ad altre nel mondo del pallone, ma del tutto inedite sono le modalità in cui l’inganno è stato scoperto. Attraverso un lapsus dello stesso giocatore.
Andando per ordine, lo scorso 7 ottobre Gourav andò in gol con la maglia del Jamshedpur contro il Bengaluru, ricevendo il premio del marcatore più giovane dell‘Indian Super League. Sì, perché il “promettente” Mukhi di anni ne aveva dichiarati 16, con data di nascita “fissata” al 4 maggio 2002.
Un nuovo fenomeno era quindi sbocciato, peraltro già da qualche anno, perché il ragazzo aveva già fatto meraviglie nel 2015 con la maglia dell’Under 16, tre anni sotto età. Tutto bellissimo, titoloni a raffica e carriera in rampa di lancio fino all’intervista maldestra al “The Telegraph” in cui Gourav si è tradito, rivelando di avere 28 anni. Una nazione sotto shock, mentre il ragazzo se l’è cavata con la revoca del premio e sei mesi di squalifica. Punizione contenuta, se si pensa che il Jamshedpur era già stato punito nel 2015 per aver fatto giocare quattro calciatori con una falsa identità in un torneo Under 15, tra i quali anche Mukhi.
Comunque il caso, come detto, non è isolato. In Italia si ricorda la storia di Eriberto, calciatore brasiliano portato in Italia dal Bologna nel 1998 a 19 anni… ufficiali e poi affermatosi al Chievo, ma con il nome di Luciano e l’età vera superiore di quattro anni rispetto a quanto dichiarato.
Secondo un report elaborato dal CIES e pubblicato dal sito www.football-observatory.com, il problema sarebbe circoscritto ad alcuni Paesi dell’Africa: Nigeria, Ghana e Camerun, nei quali la pratica di falsificare l’età dei calciatori sembra essere ancora piuttosto praticata. Con l’obiettivo di rendere i calciatori più appetibili per il calciomercato.
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