Florenzi, il capitano: l'amarezza di chi è fuori da questa Roma

Addio sofferto e malinconico del capitano, in prestito al Valencia

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Florenzi, il capitano: l'amarezza di chi è fuori da questa Roma Fonte: ANSA

Alessandro Florenzi si è presentato allo scalo romano di Fiumicino presto, in compagnia di sua moglie Ilenia e dell’agente Alessandro Lucci. Prestissimo per imbarcarsi sul volo delle 7:55 con destinazione Valencia e una nuova vita, calcisticamente parlando, dopo anni di giallorosso e una fedeltà ammirevole, quasi da bandiera al pari dei suoi predecessori, Daniele De Rossi e Francesco Totti.

L’esclusione pesante di De Rossi e Totti

Due giocatori dalla storia simbolica per chi, come Florenzi, ha affrontato una esclusione recente e inaspettata complici infortuni una mancata sintonia, forse con una società in divenire e un tecnico, Paulo Fonseca, che non lo considera un titolarissimo. E che lo sostituirà a breve, stando alle ultime indiscrezioni di mercato.

Le allusioni di Florenzi

“Non sono emotivamente pronto, parlerò quando sarà il momento. Tante cose ci sono da dire…”, ha dichiarato il giocatore a Sky poche ore prima della partenza alla volta di Valencia. Una frase allusiva, ma non esplicita su cui il suo procuratore non si è soffermato, considerando la delicatezza del momento: “È tranquillo e sereno. Ora bisogna pensare al presente. Questa è stata la scelta migliore per tutte le parti, poi vedremo più avanti. Il prestito secco fino a giugno? Così poi ne riparliamo con calma e serenità tutti. Adesso lui deve giocare, si deve divertire e poi vedremo”.

Le dichiarazioni di Walter Sabatini

Come si è giunti a questo scenario inimmaginabile, anche se in una Roma in continua turbolenza, tra possibili cessioni e cambi di proprietà e lo strappo con i pilastri dello spogliatoio?

Walter Sabatini, ex direttore sportivo della Roma ora al Bologna, ha spiegato a Sky lo stato attuale in cui versa la Roma, in merito alla cessione di Florenzi. La sua argomentazione è complessa, ma assai interessante per comprendere il contesto in cui è maturata una decisione simile: “Perdere questo tipo di giocatori è come se di Roma rimanesse solo la periferia, senza nulla togliere alla periferia. Questi sono giocatori che costituiscono il cuore pulsante di quella città, il Colosseo, i Fori Imperiali e tutto quello che volete. Il resto è periferia, speriamo che diventino periferia quelli di casa. Con il tempo che siano giocatori che cresceranno, gli acquisti che arriveranno o che sono arrivati glielo auguro con tutto il cuore. Florenzi è stato l’ultimo capitano. Il testimone a chi può passare? Immagino che il prossimo sia Pellegrini. Come il campo racconta e dice, penso che sia fisiologico. Un ragazzo che è partito dalla Primavera e poi rientrato, penso che sarà. Non credo che il vero problema della Roma sia individuare un capitano romanista e romano. Il problema della Roma come per tutte le squadre è individuare un grande capitano e trovarlo. Perché i grandi capitano sono rari”.

Roma, squadra a tre facce

Sta di fatto che questa Roma ha conosciuto tre capitani in otto mesi e quest’ultima cessione non deve rischiare di rimanere inosservata.

Sta di fatto che se oggi dovesse davvero concretizzarsi il suo addio al club giallorosso, non saranno poi così tanti a farsi sfuggire una lacrima in più. Perché Florenzi è nato nella Roma e con la Roma è cresciuto. De Rossi il suo addio lo ha dato il 15 maggio in una conferenza stampa commovente a Trigoria, a casa della Roma. Sui tempi e sui modi si può discutere, certo. Come si può valutare se il trattamento riservato al miglior romanista della sua generazione, Francesco Totti, abbia meritato una simile contropartita. Totti, la sua uscita definitiva dalle cose romaniste, l’ha consumata al Coni il 17 giugno, in una conferenza stampa sofferta e densa di polemiche. La sua fascia andrà sul braccio di Dzeko, in attesa di un domani che oggi sembra assai più fumoso di quanto dovrebbe.

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