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Genoa e Juric bestie nere, alla Juventus non basta Ronaldo

Primo pareggio in stagione per i giocatori di Allegri, che dominano per un tempo e poi si spengono: al gol del portoghese risponde Bessa.

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Genoa e Juric bestie nere, alla Juventus non basta Ronaldo Fonte: 123RF

L’anti-Juventus? Esiste e si chiama… Genoa. Dopo il successo della Spal sulla Roma, la nona giornata di campionato regala un’altra sorpresa, ancora più clamorosa. Si ferma infatti a otto la serie di successi consecutivi dei bianconeri da inizio stagione, dieci considerando anche la Champions: a rallentare la squdra di Allegri sono i rossoblù di Ivan Juric, che inizia quindi come meglio non avrebbe potuto la terza avventura sulla panchina del Grifone. Il tecnico croato si conferma un vero e proprio incubo per la Juventus, cui l’ex centrocampista del Genoa aveva segnato, in B, l’unico gol della sua militanza rossoblù e che aveva già fermato la Juve nel novembre 2016, vincendo 3-1 al Ferraris.

Difficile capire il confine tra i meriti degli ospiti e i demeriti di una Juventus che ha mostrato i difetti emersi nella scorsa stagione. Un tempo di dominio, ma con una bassa percentuale di realizzazione, poi l’improvviso black-out, un pizzico di sufficienza e la partita che diventa d’un colpo impossibile da gestire. Gara a due facce come poche altre: Juve travolgente nel primo tempo e capace di creare almeno quattro palle gol, tutte con un Ronaldo letteralmente imprendibile per i difensori del Genoa e ottimamente assistito da Cuadrado, scelto a sorpresa come titolare da Allegri. Cristiano centra il palo al 14’ e va poi in gol al 19’ su pasticcio di Radu in uscita e anche di Piatek. Il portiere rumeno nega la doppietta al portoghese al 24’, poi lentamente i giri del motore bianconero si abbassano.

La gestione del pallone e della partita non piace ad Allegri, Ronaldo esce dalla partita insieme e tutto questo fa lentamente coraggio al Genoa, che mette la testa fuori dal guscio nel secondo tempo, trascinata da Piatek: il polacco ci prova due volte, ma la testa giusta, al 17’, è di Bessa, che sbuca alle spalle di Bonucci dopo una dormita collettiva della difesa juventina che lascia crossare Kouamé indisturbato. Solo adesso la Juve si rimette a giocare, ma è tardi: neppure gli ingressi di Dybala, Douglas Costa e Bernardeschi servono per allungare la striscia, gli attacchi finali sono generosi, ma frenetici e mai pericolosi. La Juve più umana scopre una nuova bestia nera.

SPORTAL.IT

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