Emanuele Giaccherini va a testa a bassa contro Maurizio Sarri in un’intervista concessa alla Gazzetta dello Sport: il calciatore toscano, che al Napoli non vedeva praticamente mai il campo, al Chievo vuole ritagliarsi un posto importante agli ordini di Rolando Maran.
“Perché ho avuto così poco spazio? Me lo sono chiesto anche io – dice il centrocampista -. L’unica spiegazione è l’infortunio iniziale che mi impedì di far vedere a Sarri che sono una mezzala: restai fuori due mesi per uno strappo e nel frattempo arrivarono Zielinski e Rog. Così Sarri mi mise esterno, un ruolo che non faccio bene: per lui ero il vice Callejon. È stato un disguido tattico. Ho provato a dimostrare di poter comunque essere utile al Napoli, ma lui ormai aveva questa visione di me. In campionato ho fatto una sola gara da titolare e ho anche segnato. Ma non mi sono mai permesso di chiedergli perché non giocassi mai”.
“In campo è bravissimo, ma ha questo problema di rapporto con le riserve – aggiunge -. Quando alleni una grande squadra devi saper gestire bene il gruppo e sotto questo punto di vista Sarri difetta. Per lui esistono 14 o 15 giocatori, ma se hai le coppe e vuoi vincere il campionato hai bisogno della rosa intera. Ed è giusto far sentire tutti importanti. Io a Napoli non mi sono mai sentito importante”.
“Ho lavorato per me stesso. Nella mia carriera ho mangiato tanta polvere, sono finito in tribuna anche in C2. Allora non ho mollato, nella speranza di trovare una squadra che puntasse su di me. È brutto arrivare al venerdì e sapere che la settimana per me era finita lì. Ma non ho mai mollato. E grazie a questo atteggiamento adesso posso già dare una mano al Chievo pur non essendo al top” chiosa l’ex juventino, prima di rivelare un retroscena: contro la Germania, agli Europei del 2016, avrebbe divuto tirare lui il rigore poi malamente calciato da Pellé.
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