Nel calcio che conta si oppongono due distinte filosofie sull’individuazione dei talenti, dei nuovi protagonisti del futuro in una prospettiva di crescita e di investimento.
L’Atalanta si è sempre aggregata, con una volontà ferma, a quei club (pochi a dire il vero) che hanno fatto del vivaio non solo un modello societario, ma un patrimonio della società su cui elaborare un progetto in chiave prima squadra e per alimentare un mercato anche di partenti o di eventuali cessioni utili a sostenere il bilancio. Giorgio Scalvini, ora in azzurro, è uno di quei ragazzi cresciuti a Zingonia e pronti a ricoprire il ruolo – forse scomodo – del predestinato dopo un esordio complicato.
- Giorgio Scalvini da Chiari all'Atalanta
- La crescita nell'Atalanta e l'esordio in Serie A
- La nazionale di Mancini
- La promessa Scalvini in azzurro
Giorgio Scalvini da Chiari all’Atalanta
Scalvini è l’ultimo gioiello sfornato dall’Atalanta, in quel folto elenco che vanta nomi ormai celebri tra cui Franck Kessié pronto ormai a sfoderare i suoi colpi con la maglia del Barcellona.
Tornando a Scalvini, il primo merito del club bergamasco è stato quello di intuire le potenzialità di questo ragazzino classe 2003, nato a Chiari in provincia di Brescia in un triangolo molto interessante a livello di formazione e scuole calcio tant’è che è proprio il Brescia a tesserarlo prelevandolo dal Palazzolo nel 2013 quando Giorgio deve compiere 10 anni appena.
La crescita nell’Atalanta e l’esordio in Serie A
Da Zingonia lo seguono i talent scout dell’Atalanta, che lo blindano nel 2015, quando Scalvini non ha neanche 12 anni ma promette già benissimo: l’iter è quello classico dei ragazzi della sua età, l’Under 13, poi Under 14 e infine il salto negli Under 15.
Siamo già nella stagione 2017/2018: la presenza del difensore è pressoché fissa e tra le giovanili quelle dell’Atalanta dimostra qualità; Giorgio si fa le ossa così, sempre con quella maglia addosso. e il passaggio nell’Under 17 segna la svolta nel suo percorso calcistico.
Nonostante lo stop imposto dalla pandemia, il difensore prosegue la sua ascesa e nella stagione 2020/2021 si conferma uno dei migliori centrali della sua generazione, tanto da guadagnarsi senza complicazioni la maglia da titolare: primo trofeo, la Supercoppa italiana, e qualche giocata che desta l’attenzione anche di chi occupa la panchina della prima squadra, Gian Piero Gasperini.
Prime due convocazioni in prima squadra in vista delle gare contro Inter, l’8 novembre 2020, e Lazio, il 31 gennaio 2021. L’avvio di un idillio che con Gasp prosegue, con le dovute cautele che vanno riservate a questo ragazzino classe 2003 dal fisico imponente, che ha convinto anche il ct Roberto Mancini.
Gioca contro il Lipsia, in Europa, e segna contro il Verona il primo gol da top player: non male per un diciottenne.
La nazionale di Mancini
Certo, davanti a lui, nelle gerarchie, c’è Bastoni che a differenza di Scalvini ha già maturato esperienza con la maglia dell’Inter e una certa continuità anche in azzurro; anche lui struttura fisica potente, ma piede diverso.
Scalvini, dice la sua scheda, è 194 cm ed è destro, è un difensore centrale ma all’occorrenza sa anche rivelarsi utile sotto porta.
Mancini ha fiducia e deve ricostruire un’Italia ferita e in urgenza di nuovi riferimenti, soprattutto dopo la disfatta contro i tedeschi e per quanto riguarda la linea arretrata che con l’addio a Chiellini necessita di una revisione importante.
La promessa Scalvini in azzurro
In azzurro, Giorgio è arrivato con la medesima gradualità e regolarità che ha dimostrato di saper sostenere fino ad ora: conclusa l’intera trafila dall’Under 15 all’Under 21, ad appena 18 anni si è preso la chiamata per lo stage di gennaio con il gruppo dei vincitori di Euro 2020, ma allora un inconveniente muscolare lo ha fermato.
Nulla di irrisolvibile, il ct azzurro gli ha rinnovato la fiducia, nella convinzione che con lui si tratti di una mossa solo anticipata: come ha tentato il Gasp, Mancini lo prova a leggere anche sulla linea mediana, come centrocampista. Un ruolo che, nella sua brevissima ma già articolata carriera, Scalvini ha già ricoperto.
“Certo che speravo in un esordio diverso ma è un momento che resterà sempre nel mio cuore e nella mia mente, io ho cercato di mantenere la calma e di farmi trovare pronto”, le sue parole nel post partita.
Tornando al ruolo, l’esordiente in azzurro ha ammesso una preferenza: “Io mi sento più difensore centrale, ma mi va bene giocare anche a centrocampo. Mi trovo bene in entrambi i ruoli”.