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Giro d'Italia 2025, svelata la grande partenza dall'Albania: tanta salita e una crono insidiosa

Grazie a una volata ai limiti della perfezione, Mark Cavendish ha staccato Eddy Merckx nella classifica dei plurivincitori di tappa al Tour

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

È stato il motivo per il quale RCS s’è vista costretta a posticipare la presentazione ufficiale di un paio di mesi, ma adesso è tempo di togliere il velo almeno alla grande partenza del prossimo Giro d’Italia. Che come da programma salperà dall’Albania, con Durazzo che ospiterà la carovana rosa nel giorno dello start ufficiale dell’edizione numero 108 del Giro. Che per la 15esima volta nella sua storia aprirà i battenti all’estero, con l’Albania che dopo una lunga e laboriosa trattativa ha sposato appieno il progetto del comitato organizzatore, convinta che questa possa rappresentare davvero una vetrina irrinunciabile e di grande impatto.

RCS ha ottenuto quello che voleva. E ora i big

Mauro Vegni alla fine ha riportato a casa quello di cui andava in cerca: un contratto con le “cifre giuste” e uno scenario in linea con quelle che da sempre sono le aspettative del Giro, che dopo la straordinaria performance dello scorso anno targata Tadej Pogacar in qualche modo s’è riaffacciato sul palcoscenico più ambito del ciclismo internazionale.

Anche se Tadej quest’anno marcherà visita, ammaliato dalla prospettiva di conquistare la Vuelta e completare la tripla corona (cioè un successo in ognuna delle tre corse a tappe di tre settimane). Ci saranno però Jonas Vingegaard (non è ancora ufficiale, ma lo sarà a breve) e pure Primoz Roglic, vincitore dell’edizione 2023, così come hanno confermato già la loro presenza Juan Ayuso e Joao Almeida, che non dovranno far rimpiangere l’assenza di Pogacar nell’ambizioso UAE Team Emirates.

Albania e Italia, un legame sempre più forte

Edi Rama, premier albanese, ha fatto capire che il Giro per il suo popolo rappresenta una grossa opportunità di mostrarsi al mondo. “Abbiamo battuto la concorrenza di tanti altri Paesi più “bravi” e ricchi di noi, così avremo l’opportunità di far vedere al mondo il nostro bellissimo territorio. Il Giro fa grandi numeri di ascolto a livello globale e questo ci incentiva a mostrarci belli come non mai. L’Albania, poi, è una sorta di “piccola Italia: adesso attraverso la grande partenza del Giro sarà come se davvero i due Paesi fossero ancora più uniti, non più divisi dal mare. Sarà una prima volta speciale, spero però non l’ultima”.

RCS, per voce dell’AD Paolo Bellino, ha ribadito che “non potevamo dire di no a questa opportunità. Lasceremo una grande legacy in Albania, ci sarà un incremento forte del turismo e la nascita di nuove professioni, vedi quelle legate al cicloturismo”.

Le tappe: tanta montagna e una crono insidiosa

Quanto al percorso delle tre tappe, si parte subito con una frazione “mossa”, con 1.800 metri di dislivello nella Durazzo-Tirana (164 km). Il giorno successivo una cronometro di 14 km nel cuore di Tirana potrà ridefinire meglio i confini della classifica, mentre la tappa di Valona (160 km) con oltre 2.700 metri di dislivello promette di frazionare ulteriormente il gruppo. Insomma, terreno fertile per i big.

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