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Giro d'Italia, caccia ai big: Vingegaard e Roglic verso il si, il no di Pogacar potrebbe "convincere" altri

Grazie a una volata ai limiti della perfezione, Mark Cavendish ha staccato Eddy Merckx nella classifica dei plurivincitori di tappa al Tour

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Non è propriamente in subbuglio, ma certo la marcia d’avvicinamento al prossimo Giro d’Italia testimonia che la corsa rosa non se la sta passando troppo bene rispetto ai due grandi giri concorrenti. E rischia di dover elemosinare quel che cadrà dal tavolo degli altri due appuntamenti a tappe di tre settimane: colpa del ritardo nella presentazione del percorso (posticipata al 13 gennaio) e anche di una concorrenza spietata, che non sembra tener troppo conto della storia e del blasone della corsa italiana. Che spera di attrarre al solito qualche big, impresa divenuta un po’ più ardua dopo che l’incidente in allenamento occorso a Remco Evenepoel.

Evenepoel verso la rinuncia dopo l’incidente

Il belga, tra i corridori di primissimo piano, era uno di quelli che sembrava maggiormente tentato all’idea di prendere parte al Giro. Anche se il precedente del 2023, quando si ritirò dopo 8 tappe (peraltro in maglia rosa) per via di un discusso tampone Covid che diede esito positivo, rimane una ferita aperta.

Remco adesso di ferite ne ha altre da curare: le fratture rimediate nel tremendo impatto col furgone postale nella zona del Brabante rischiano di stravolgerne i piani stagionali, con le classiche di primavera e lo stesso Giro che potrebbero rappresentare tappe troppo ravvicinate sulla via del pieno recupero. Ma qualche certezza in più si potrà averla soltanto tra gennaio e febbraio, quando Evenepoel sarà abile e arruolabile per salire nuovamente in bici.

Vingegaard vuole la maglia rosa. Ma Pogacar si defila

Chi al Giro strizza l’occhio da un po’ di tempo è Jonas Vingegaard. Che sulle strade italiane non ha mai corso nel mese di maggio, dominando però altre corse a tappe più brevi (l’ultima Tirreno Adriatico, per esempio). Il danese per il 2025 s’è messo in testa un’idea piuttosto chiara: emulare quanto fatto da Pogacar nell’anno appena trascorso, cioè realizzare la doppietta Giro e Tour. Se non ci saranno episodi “esterni” a condizionarne la preparazione, vedi la tremenda caduta all’Itzulia dello scorso aprile, le possibilità che Vingo possa accettare di competere per la maglia rosa si faranno via via sempre crescenti.

Chi vorrebbe uno scontro diretto con Pogacar però sa già che resterebbe deluso: lo sloveno non ha ancora ufficializzato il suo calendario 2025, ma ha pronunciato troppe volte la parola Vuelta per non lasciar pensare che alla fine sia proprio la Spagna la destinazione della seconda grande corsa a tappe alla quale prenderà parte, visto che al Tour lui e Vingegaard sono pronti a darsele di santa ragione. Paradossalmente però, proprio la mancata presenza di Pogacar potrebbe aiutare il Giro a raccogliere pretendenti.

Roglic “quasi” sicuro, Tiberi e Ciccone ci sperano

Il quadro è piuttosto chiaro: se c’è Tadej il rischio di fare “anticamera” è dietro l’angolo, e se lo sloveno ha scelto la Vuelta, allora ecco che il Giro diventa una corsa appetibile per tanti. Detto di Vingegaard, c’è anche Primoz Roglic che potrebbe rivolgere le proprie attenzioni a un nuovo assalto alla maglia rosa, già conquistata nel 2023 grazie alla rimonta operata ai danni di Geraint Thomas nella penultima tappa (la cronoscalata di Monte Lussari). Roglic continua a sognare di vincere il Tour, unico GT mancante alla sua collezione, ma a 36 anni potrebbe aver perso ormai il treno buono.

Senza Pogacar poi, l’UAE Team Emirates potrebbe portare Juan Ayuso, oltre al “solito” Joao Almeida: lo spagnolo negli ultimi due anni è andato calando, ma rimane un prospetto per il futuro e sente che è arrivata l’ora di rivelarsi per ciò che è. E poi ci sono Daniel Martinez dell’Ineos Granadiers (che ha perso ufficialmente TomPidcock, che saluterà a fine stagione: ipotesi Q36.5 per il britannico), Ben O’Connor della Decathlon AG2R La Mondiale, oltre agli italiani Antonio Tiberi (Bahrain Victorious) e Giulio Ciccone (Lidl Trek), quest’ultimo assente nel 2024 e desideroso di tornare a correre sulle strade di casa.

Improbabile la presenza di Wout Van Aert, che era stato annunciato per l’edizione 2024, costretto però a saltare l’appuntamento dopo la caduta nella Dwaars a fine marzo. Tra poco più di un mese, quando il Giro toglierà il velo, se ne saprà di più. E intanto la partenza in Albania sembra essere tornata in auge, con RCS (che ha smentito voci di cessione della cosa) che dovrebbe aver trovato la quadra. Aspettando di convincere i big giusti a partecipare.

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