Il casting è soltanto all’inizio, ma per le conferme ci sarà da attendere almeno fino a metà novembre, quando anche Giro d’Italia e Vuelta a Espana avranno presentato i loro rispettivi percorsi per le edizioni 2025. Ma adesso che il Tour de France s’è svelato, è facile intuire chi potrebbe avere l’interesse a presentarsi al via della grand boucle e chi potrebbe volgere i propri occhi altrove, cercando gloria nelle restanti corse a tappe di tre settimane. Anche se come ha insegnato bene il 2024 andato ormai agli archivi, anche i programmi più certosini rischiano di andare letteralmente a farsi benedire alla prima caduta in gruppo.
- Pogi vs Vingo, atto V sulle strade di Francia
- Perché Vingegaard al Giro non è solo utopia
- Evenepoel e Roglic, il Giro come "salvagente"?
Pogi vs Vingo, atto V sulle strade di Francia
Al Tour, questo è scontato, ci saranno sia Tadej Pogacar che Jonas Vingegaard. Che a meno di clamorose e inattese sorprese si contenderanno per il quinto anno di fila la maglia gialla fin sull’iconico podio sugli Champs-Elysées. Impossibile pensare che uno dei due marchi visita, al netto di eventuali problemi fisici: le tante salite e i pochi chilometri a cronometro sembrano trovare pieno gradimento dei due grandi interpreti delle corse a tappe.
Vingo, che al Tour 2024 ha partecipato lamentando ancora i postumi della tremenda caduta nella quarta tappa del Giro dei Paesi Baschi, si sta già preparando in vista dell’attesa rivincita. Pogi semplicemente ha ribadito che il Tour verrà prima di ogni altro obiettivo, prima ancora dell’eventuale assalto alla Sanremo o al Fiandre, o alla conferma mondiale nel percorso duro previsto a fine settembre in Ruanda. E la sola loro presenza potrebbe scoraggiare tanti possibili avversari a partecipare alla grand boucle con ambizioni di vittoria.
Perché Vingegaard al Giro non è solo utopia
Potrebbero beneficiarne Giro e Vuelta, dove però potrebbero fare capolino i soliti due litiganti. Solo che il quadro potrebbe essere capovolto rispetto alle abitudini: Vingegaard al Giro è più di un’ipotesi, come confermato anche da fonti interne alla Visma Lease a Bike. Pogacar alla Vuelta è un’altra accoppiata possibile, perché in fondo è l’unico grande giro rimasto fuori dalla sua personale bacheca, e colmare la lacuna potrebbe rappresentare uno stimolo più che valido.
A maggior ragione se Vingo decidesse di focalizzarsi sul Giro, al quale non ha mai partecipato in carriera. In Italia, il danese potrebbe testare la gamba in vista dell’assalto alla maglia gialla: un test di tre settimane rappresenta uno sforzo importante, ma anche un’occasione per provare a ritrovare certe sensazioni in vista della battaglia campale in programma a luglio contro il nuovo “cannibale” del mondo del pedale. Dopotutto l’ha dimostrato Pogacar stesso che vincere Giro e Tour nello stesso anno è possibile: per Vingegaard, un ulteriore stimolo a provarci.
Evenepoel e Roglic, il Giro come “salvagente”?
Il percorso duro del Tour, con soli 33 chilometri in piano e 11 in salita, potrebbe convincere tanto Remco Evenepoel quanto Primoz Roglic a cambiare obiettivi. Il belga al Tour dovrebbe comunque andare: se Pogacar e Vingegaard sono quelli visti nelle ultime due stagione, puntare ancora una volta al terzo gradino del podio equivale a confermarsi al vertice del “Tour degli umani”. Per questo Remco potrebbe farsi ammaliare nuovamente dal Giro, col quale non s’era lasciato troppo bene nel 2023, ma che potrebbe rappresentare un’altra tappa importante nella crescita (anche a livello tattico).
Lo stesso dicasi di Roglic, che in un Tour dove ci sono tappe con 5.500 metri di dislivello rischia di andare fuori giri prima del tempo. La vittoria alla Vuelta ha avuto il sapore della grande rivincita, ma un’altra maglia rosa avrebbe comunque il suo fascino.