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Helveg non ha ancora perdonato Berlusconi: Non me lo meritavo

Il danese si prese la rivincita sul presidente del Milan che lo aveva offeso

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Oggi ha 47 anni, vive a Odense ed è testimonial nella lotta alla sclerosi multipla ma per anni è stato l’esterno di fascia del Milan di Zaccheroni. Thomas Helveg non entrerà nel Pantheon dei campionissimi della storia rossonera ma si è tolto le sue belle soddisfazioni, scudetto compreso. In un’intervista a cuore aperto al sito di Gialnuca Di Marzio, il danese ricorda però di quanto ci rimase male per una frase di Berlusconi.

Berlusconi etichetta Helveg come un leone sordo

Gennaio 2001 sulla panchina del Milan siede Zaccheroni. Nel derby finito 2-2, Thomas entra a gara in corso. L’allora presidente del Milan Silvio Berlusconi, dopo quella prestazione, definisce il danese come “un leone sordo”, alludendo al fatto che la sua presenza stonasse nell’orchestra di squadra.

“Non giocai male, ma quando lessi quel paragone rimasi di sasso. Ho avuto giorni neri. Poi il Cavaliere mi chiamò dicendomi che non aveva mai parlato in quel modo…”.

Tra Helveg e Berlusconi non c’è mai stato feeling

Il rapporto con Berlusconi non è mai decollato: “Lo salutavo quando veniva a trovarci a Milanello, nulla di più”. Thomas continua a lavorare per scrollarsi di dosso quella definizione. E nel derby di ritorno dell’11 maggio 2001, il “leone sordo” si trasforma in Re della giungla: “In spogliatoio eravamo al settimo cielo, che goduria”.

Helveg ricorda il 6-0 all’Inter di 19 anni fa

Era l’11 maggio 2001, esattamente 19 anni fa: Inter-Milan 0-6: “In difesa non passava nulla, strapazzammo i nerazzurri per novanta minuti. 6-0 e tutti a casa”.

Helveg si sente ancora con Zaccheroni

Il suo mentore è sempre stato Zaccheroni: “Zak mi ha sempre dato fiducia, sono stato fortunato a incontrarlo sulla mia strada. Aveva bisogno di laterali che coprivano tutta la fascia. E io mi prestavo bene. Ho macinato migliaia di chilometri e non mi sono mai lamentato”. Il loro rapporto di amicizia continua ancora oggi: “Da anni ci sentiamo a Natale”.

Il rimpianto di Helveg: non aver giocato la finale di Champions

Un grande rimpianto però c’è stato nell’avventura milanista di Helveg: “Avrei voluto giocare la finale di Champions vinta a Manchester, o almeno essere in panchina, ma portarono Roque Junior perché aveva recuperato da un infortunio. Io finii in tribuna. Un’occasione del genere, per me, non sarebbe più capitata. Lo sapevo”.

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